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Al di là del comunismo

Al là del comunismo

I temi di questa breve opera politica del 1920 – un manifesto, anzi – sono il cittadino eroico, le scuole di coraggio, gli artisti al potere, le case del genio e la vita festa. L’attacco di Marinetti al comunismo è anche, e forse soprattutto, un attacco agli italiani comunisti:

È provincialismo plagiario gridare Viva Lenin, Abbasso l’Italia; Viva la Rivoluzione russa! Gridate invece: Viva l’Italia di domani! Viva la rivoluzione italiana! Viva il futurismo italiano!

La rivoluzione russa, continua Marinetti, non può essere importata in Italia, poiché i russi hanno bisogni diversi dai nostri.

In questo manifesto il poeta sintetizza alcune idee che aveva precedentemente sviluppato in Democrazia futurista nel 1919, l’anno prima, e nel discorso Necessità e bellezza della violenza che pronunciò a Napoli il 26 giugno 1910.

Il manifesto è dedicato ai «futuristi francesi, inglesi, spagnuoli, russi, ungheresi, rumeni, giapponesi».

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Incipit di Al di là del comunismo

Noi futuristi abbiamo stroncato tutte le ideologie imponendo dovunque òa nostra nuova concezione della vita, le nomee formole d’igiene spirituale, il nostro dinamismo estetico, sociale, espressione sincera dei nostri temperamenti d’italiani creatori e rivoluzionari.

Dopo aver lottato dieci anni per lo svecchiamento dell’Italia, dopo aver sfasciato a Vittorio Veneto l’ultra-passatista impero austro-ungarico, fummo in carcere, incolpati di avere attentato alla sicurezza dello Stato, in realtà colpevoli di futurismo italiano.

Siamo più che mai ardenti, instancabili e ricchi d’idee. Ne abbiamo regalate molte e ne prodigheremo ancora. Non siamo dunque disposti a ricevere l’imbeccata da chicchessia, né a plagiare, noi creatori italiani, il russo Lenin, discepolo del tedesco Marx.

L’umanità cammina verso l’individualismo anarchico, mèta e sogno d’ogni spirito forte. Il Comunismo invece è una vecchia formola mediocrista, che la stanchezza e la paura della guerra riverniciano oggi e trasformano in moda spirituale.

Il comunismo è l’esasperazione del cancro burocratico che ha sempre roso l’umanità. Cancro tedesco, prodotto dà caratteristico preparazionismo tedesco. Ogni preparazione pedantesca è anti-umana e stanca la fortuna. La storia, la vita e la terra appartengono agli improvvisatori. Odiamo la caserma militarista quanto la caserma comunista. Il genio anarchico deride e spacca il carcere comunista.

La patria rappresenta per noi il massimo allargamento della generosità dell’individuo straripante in cerchio su tutti gli esseri umani simili a lui, simpatizzanti e simpatici. Rappresenta la più vasta solidarietà concreta d’interessi spirituali, agricoli, fluviali, portuali, industriali, legati da un’unica configurazione geografica, da una stessa miscela di climi e da una stessa colorazione di orizzonti.

Il cuore dell’uomo rompe nella sua espansione circolare il piccolo cerchio soffocatore della famiglia, per giungere fino agli orli estremi della Patria, dove sente palpitare i suoi connazionali di frontiera, come i nervi periferici del proprio corpo. L’idea di patria annulla l’idea di famiglia. L’idea di patria è un’idea generosa, eroica, dinamica, futurista, mentre l’idea di famiglia è gretta, paurosa, statica, conservatrice, passatista. Una forte idea di patria scaturisce per la prima volta oggi dalla nostra concezione futurista. È stata prima d’ora una confusa miscela di campanilismo, retorica greco-romana, eloquenza commemorativa, istinto erotico incosciente, esaltazione degli Eroi morti, sfiducia nei vivi e paura della guerra.

Il patriottismo futurista è invece una passione accanita, per il divenire-progresso-rivoluzione della razza.

  • Al di là del comunismo
  • La Testa di Ferro
  • 1920
  • 31 pagine
  • 1 Lira

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