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Marinetti in guerra: da Tripoli ai Balcani alla I guerra mondiale

Il 29 settembre 1911 è la data ufficiale dell’inizio della guerra italo-turca e i primi di ottobre l’Italia attacca la Libia cannoneggiando le coste.

Il 12 ottobre Marinetti sbarca a Tripoli come inviato per il giornale «L’Intransigeant». Da questa esperienza nasce La battaglia di Tripoli, pubblicato dapprima a puntate su «L’Intransigeant» fra il 25 e il 31 dicembre, poi in volume nel gennaio 1912 con una tiratura di 38.000 copie.

Il 1911 segna anche l’inizio della guerra aerea. Il 23 ottobre alle ore 06:19 il capitano Carlo Piazza, comandante della Flottiglia Aviatori, vola con un Blériot XI sul territorio nemico per raccogliere informazioni.

Blériot XI di Carlo Piazza
Il Blériot XI di Carlo Piazza.

Il 1° novembre il sottotenente di complemento Giulio Gavotti effettua il primo bombardamento aereo della storia, con bombe Cipelli, a bordo di un Etrich Taube, su Ain Zara e tre nell’Oasi di Tagiura. Il Regio Esercito disponeva di nove aerei in tutto: due Blériot XI, tre monoplani Nieuport, due biplani Farman e due monoplani Etrich Taube, che inviò a Tripoli.

Chiari di luna e monoplani papali

Escono la raccolta di testi sul Futurismo Le Futurisme con l’editore E. Sansot, da cui Marinetti trasse due conferenze sul Futurismo, una tenuta all’Association Générale des Étudiants De Paris e un’altra al Lyceum Club di Londra, e il volume Uccidiamo il chiaro di Luna! con le Edizioni futuriste di “Poesia”, che riprende il manifesto futurista uscito nel luglio 1909 con altro titolo, anche se nel numero 7-8-9 dei mesi agosto/settembre/ottobre 1909 uscirà in francese col titolo “Tuons le clair de lune!”.

L’11 maggio 1912 pubblica il “Manifesto tecnico della letteratura futurista” (a cui fa seguito, l’11 agosto, il “Supplemento al manifesto tecnico della letteratura futurista”) e a giugno il romanzo politico in versi liberi Le monoplan du pape, con l’editore E. Sansot, con protagonista lo stesso Marinetti, pilota di aeroplano, dedicato a “Trieste, nostra bella polveriera”.

Quest’opera, oltre a predicare lo svaticanamento dell’Italia – tema più tardi ripreso in Futurismo e Fascismo del 1924 – è anche “profetica” (come vedremo più avanti Marinetti lo definirà romanzo profetico nella versione italiana), poiché è una sorta di dichiarazione di guerra all’Austria.

O grande armée Autrichienne en déroute,
je te sens fuir épouvantablement,
à travers mes veines,
d’effroi en effroi rouge!…1

Il 17 ottobre 1912 Serbia, Bulgaria e Grecia dichiarano guerra alla Turchia. È la prima guerra balcanica. Marinetti, di nuovo corrispondente del giornale «L’Intransigeant», è già a Sofia dalla fine dell’estate, per raggiungere poi Kirk Kilisse a ottobre, dove i turchi sono battuti dai bulgari.

L’assedio di Adrianopoli, avvenuto fra il novembre del 1912 e il 26 marzo 1913, ispira a Marinetti l’opera Zang Tumb Tuuum, che uscirà nel 1914.

Tornano le serate futuriste

Locandina della serata futurista

L’ultima serata futurista si era tenuta a Venezia il 1° agosto 1910. Lo spettacolo d’avanguardia torna alla ribalta a Roma dopo due anni e mezzo. Le date sono quelle del 21 febbraio e del 9 marzo 1913 e a farne le spese è il Teatro Costanzi.

Più che serata il primo ritorno sul palcoscenico è un pomeriggio futurista, un five o’clock tea, come sarà chiamato da Marinetti, perché inizia alle ore 17. Per il secondo appuntamento si ripristina l’orario serale, alle 21:30.

Al pomeriggio futurista partecipa anche il duo lacerbiano Papini-Soffici, che non presenzieranno all’evento del 9 marzo. Il gruppo che si esibisce è nutrito: ci sono infatti anche Boccioni, Carrà, Cavacchioli, Balla, Balilla Pratella, Luigi Savini, Luciano Folgore e Auro d’Alba

È il “Discorso di Roma” di Giovanni Papini a far scoppiare il putiferio in sala. Un discorso contro Roma che, com’era lecito aspettarsi, scatenò una forte e feroce reazione da parte del pubblico.

L’11 maggio 1913 Marinetti pubblica il manifesto futurista “L’immaginazione senza fili e le Parole in Libertà”. A dicembre esce l’Almanacco purgativo 1914 (Tipografia di A. Vallecchi e C.), a cui collaborano, oltre a Marinetti, Carrà, Palazzeschi, Folgore, Papini e Soffici.

La seconda battaglia di Firenze

È il 12 dicembre 1913 la data della serata futurista al Teatro Verdi di Firenze. Una “grande serata” che culminerà come al solito, con lanci di ortaggi, uova e perfino pastasciutta.

Ma il peggio deve ancora venire, perché, oltre alla consuete declamazioni, la serata si “tinge” di politica con Marinetti che legge il “Programma politico futurista”. Il lancio di cibarie, e anche di vari oggetti, è lo sfogo del pubblico, annoiato dalla piega politica che ha preso la serata.

Caffè Giubbe Rosse
Il Caffè Giubbe Rosse di Firenze in una foto d’epoca.

Il post-serata segue lo stesso copione, con i futuristi che impazzano per le strade della città, seguiti dai loro detrattori. Il climax si raggiunge al Caffè Giubbe Rosse, con una nuova rissa. La conclusione è un ennesimo arresto.

Intermezzo russo

Marinetti a Mosca
L’incontro con Marinetti alla stazione ferroviaria Aleksandrovsky di Mosca, febbraio 1914.

All’inizio del 1914 Marinetti arriva a San Pietroburgo, accompagnato dal pittore Antonio Marasco. Da lì raggiunge Mosca il 26 gennaio e il giorno seguente, in un’aula universitaria, declama in italiano “Bombardamento” (di Adrianopoli), uno dei capitoli di Zang Tumb Tuuum.

Il 15 febbraio, sulla rivista fiorentina «Lacerba», pubblica “Dune”, parole in libertà.

Esce in italiano, per le Edizioni futuriste di “Poesia”, L’Aeroplano del Papa, con sottotitolo diverso dall’edizione francese: “romanzo profetico in versi liberi”. Probabile traduzione di Decio Cinti.

3 arresti in 7 mesi

Il 16 settembre è arrestato a Milano, insieme ad altri futuristi, per le manifestazioni interventiste, e sconta 5 giorni nel carcere di San Vittore. Esce questo mese il manifesto interventista Sintesi futurista della guerra, scritto in collaborazione con Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo e Ugo Piatti. In calce è scritto “Dal Cellulare di Milano, 20 settembre 1914”. Pubblica Zang Tumb Tuuum2 con le Edizioni futuriste di “Poesia”.

Fin dal 1914 Marinetti e gli altri futuristi avevano manifestato a favore dell’interventismo, fra proteste, dimostrazioni e azioni esplicite. «Fummo interventisti della primissima ora3», ricorderà il poeta nel “Discorso di Monza” che pronunciò cinque anni più tardi al Comizio elettorale della città lombarda. Sarà infatti tra i primi ad arruolarsi allo scoppio della Prima guerra mondiale.

Nel 1915 Marinetti viene arrestato due volte a Roma: la prima il 19 febbraio davanti a Montecitorio, alla riapertura della Camera, assieme a Francesco Cangiullo, Fortunato Depero, Guglielmo Jannelli, Giacomo Balla e Auro D’Alba; la seconda il 12 aprile in Piazza di Trevi, insieme a Mussolini, Emilio Settimelli e Bruno Corra.

Finalmente in guerra: 5 volte al fronte!

Il 23 maggio è il giorno della Mobilitazione e già tre giorni dopo troviamo Marinetti e altri futuristi – fra cui Russolo, Boccioni e Mario Sironi – arruolati a Gallarate nel battaglione lombardo Volontari Ciclisti Automobilisti (VCA), che li porterà prima a Peschiera, sul lago di Garda, poi a ottobre a Malcesine, per la prima e unica azione di guerra del battaglione, soffiando agli austriaci Dosso Casina.

Marinetti nei Volontari Ciclisti Automobilisti
Da sinistra: Umberto Boccioni, Ugo Piatti, Marinetti, Mario Sironi e Antonio Sant’Elia nei VCA, a Peschiera nel 1915. Archivio Mario Sironi di Romana Sironi.

Nel frattempo escono Guerra sola igiene del mondo (Edizioni futuriste di “Poesia”, Milano), che raccoglie testi scritti da Marinetti in varie occasioni, e Teatro futurista sintetico (Istituto Editoriale Italiano), con sintesi teatrali di Marinetti, Corra, Settimelli e altri futuristi.

Il 10 dicembre il VCA viene sciolto e Marinetti congedato. Ma il poeta continuerà a “combattere” con conferenze, pubblicazioni e spettacoli.

Nonostante la guerra, Marinetti riesce a tradurre Mallarmé: è la prima traduzione italiana, Mallarmé Versi e prose, per la serie “Raccolta di breviari intellettuali” dell’Istituto Editoriale Italiano.

Nella prima metà del 1916 escono due manifesti futuristi: “La declamazione dinamica e sinottica” l’11 marzo, all’interno del volumetto Piedigrotta di Francesco Cangiullo, e “La nuova religione-morale della velocità”, scritto nel maggio, contenuto nel 1° numero del giornale «L’Italia Futurista».

Il 1° ottobre esce il primo film sperimentale futurista, di Arnaldo Ginna, Vita futurista, in cui recitano Marinetti, Settimelli, Balla e Corra.

Marinetti torna sotto le armi come sottotenente di artiglieria di prima nomina, ma viene di nuovo congedato il 26 ottobre.

Il 15 novembre 1916, sul n. 9 de «L’Italia Futurista», pubblica il manifesto “La cinematografia futurista”.

Richiamato due mesi dopo, parte per il fronte nel febbraio 1917 e il 14 maggio viene gravemente ferito alle gambe in prima linea, da «shrapnel e granate» (come scriverà nel suo diario) a Plava-Zagora, sul fronte dell’Isonzo.

L’8 luglio, sul n. 21 de «L’Italia Futurista», escono “Il manifesto della danza futurista” e “Corvée d’acqua sotto i forti austriaci”, testo parolibero che Marinetti declamerà più volte, con successo, al fronte.

Il 7 settembre, dopo un’estate di convalescenza, Marinetti è di nuovo al fronte sul Carso, questa volta col grado di tenente e con medaglie di bronzo al valor militare.

Nello stesso mese esce quello che diverrà un suo grande successo: il romanzo Come si seducono le donne, per le Edizioni da Centomila Copie (Edizioni dell’Italia Futurista). Il «Giornale della libreria, della tipografia e delle arti ed industrie affini» lo pubblicizza come “Scene di vita vissuta dal forte e valoroso bombardiere”. La prefazione è di Bruno Corra ed Emilio Settimelli. Nel 1920 Marinetti ne pubblicherà un’edizione ampliata dal titolo Come si seducono le donne e si tradiscono gli uomini.

A novembre esce un altro libro, Noi futuristi: teorie essenziali e chiarificazioni (Quintieri, Milano), che raccoglie testi di Marinetti e altri autori, fra cui Boccioni, Carrà, Russolo, Sant’Elia, Corra, Settimelli, Sironi, Depero.

All’inizio del 1918 Marinetti è ancora al fronte, sul Piave. E sarà al fronte per quasi tutto l’anno, “godendosi” la guerra – sola igiene del mondo – fino alla vittoria finale.

Con la pubblicazione del “Manifesto del Partito Politico Futurista”, sul numero 39 dell’11 febbraio della rivista fiorentina «L’Italia futurista», i futuristi entrano in politica.

Durante la licenza estiva fonda la rivista «Roma futurista», nata «un mese e mezzo prima dell’armistizio, cioè il 20 settembre 1918»4, il cui primo numero ha «tre scritti importantissimi dei suoi tre direttori: Mario Carli, Marinetti, Settimelli»5.

L’incontro con Benedetta Cappa

Benedetta CappaIl 1918 non è solo importante per la vittoria di Vittorio Veneto, ma anche perché Marinetti conosce la sua futura moglie, Benedetta Cappa (1897-1977), scrittrice e pittrice.

Benedetta nasce a Roma il 14 agosto 1897 (anzi alla mezzanotte esatta, tanto che amava festeggiare il compleanno sia il 14 sia il 15). Il padre Innocenzo combatté come ufficiale dell’Esercito e riporterà disturbi psichici al ritorno dalla Prima guerra mondiale; la madre Amalia (stesso nome della madre di Marinetti) era artista e numerologa.

Benedetta fu allieva del pittore futurista Giacomo Balla6, che conobbe a Roma a Villa Borghese. Nei suoi diari Marinetti non parla dell’incontro con Benedetta. Il primo cenno alla donna è infatti dell’11 ottobre 1919: «Vado a telegrafare a Beny»7.

Un documento8, pubblicato da Franca Zoccoli nel suo saggio su Benedetta, mostra un biglietto di ringraziamento per dei libri ricevuti, sul cui retro Benedetta ha disegnato una sorta di tavola parolibera dal titolo “Padre passatista”. In fondo, come a ricordo di un evento, è scritto: (Domenica 3 febbraio – da Balla). È il probabile giorno dell’incontro dei due artisti.

In quel periodo, dalla fine di gennaio, Marinetti è in licenza. Rientrerà al fronte l’8 febbraio. Nei Taccuini parla del suo incontro con l’amica Enif Robert a Milano, ma non menziona un viaggio a Roma.

Il 15 agosto 1918 pubblica un romanzo scritto a quattro mani: il romanzo erotico-sociale L’isola dei baci (Studio editoriale lombardo), con Bruno Corra. Il 29 settembre ottiene la Croce di guerra e il 4 novembre si guadagna la seconda medaglia di bronzo, entrando a Tolmezzo con la sua autoblinda.

1 Le monoplan du Pape, p. 345. Versione italiana del 1912: Esercito austriaco sconfitto, / io ti sento con gioia fuggire spaventosamente / in un ansare di rosse paure!…

2 La copertina riporta invece un titolo errato: Zang Tumb Tumb.

3 “Discorso di Monza” in Futurismo e fascismo, cit.

4 “«Il Popolo d’Italia», «Roma Futurista» e fondazione dei Fasci di Combattimento” in op. cit., p. 160.

5 Ivi.

6 Giacomo Balla (1871-1958), pittore esponente del divisionismo, poi pittore futurista. Firmò il Manifesto dei pittori futuristi (1910), Le vetement masculin futuriste (1914), il Manifesto della ricostruzione futurista dell’Universo (1915) e il Manifesto dell’aeropittura futurista (1929).

7 Taccuini 1915/1921, cit., p. 450.

8 Benedetta Cappa Marinetti – L’incantesimo della luce, Selene Edizioni, 2000.