Il 23 marzo 1919 Marinetti è tra i Sansepolcristi e il 15 aprile partecipa agli scontri di via Mercanti, che più volte ricorderà nelle sue opere.
Sia in Futurismo e Fascismo (1924) sia nella Grande Milano tradizionale e futurista (postumo, 1969) racconta della sua partecipazione alla distruzione e all’incendio della sede dell’«Avanti!», anche se in un articolo del 1° agosto 1920 apparso sul giornale «L’Ardito» smentisce questo fatto1.
L’11 luglio ottiene da Giuseppe Bevione2 un biglietto d’invito per la Tribuna del pubblico a Montecitorio. Vi si reca assieme a Ferruccio Vecchi.
Al “momento opportuno”, come ricorderà in Futurismo e Fascismo (“Il discorso di Montecitorio”) e “alla fine di un lungo discorso tediosissimo di un socialista” urla “Abbasso Nitti! Morte al Giolittismo!”. Segue una lotta con uscieri e carabinieri e Marinetti viene portato via dall’aula.
D’Annunzio si complimenterà con lui l’indomani con una lettera:
Mio caro Marinetti,
bravo per il grido di ieri, coraggioso come ogni vostro atto.
Vorrei vedervi.
Se potete, venite.
Il vostro Gabriele d’Annunzio
L’impresa di Fiume
Il 1919 è anche l’anno della conquista di Fiume. Marinetti vi dedica diverse pagine dei suoi diari. Il 13 settembre annota infatti una “notizia strabiliante”: «D’Annunzio ha occupato Fiume!»3. Più avanti scrive della sua decisione di partire il giorno successivo per Fiume.
Vi arriva il 16, abbracciato da d’Annunzio. Durante il soggiorno ha diversi incontri con il Vate. Il 17 tiene un discorso sull’artiglieria italiana e il giorno dopo, al Teatro Fenice, un altro discorso, e così nei giorni seguenti. Marinetti porta a Fiume «un’ondata di allegria futurista»4. Partirà da Fiume il 30, insieme ad altri, tutti «cammuffati da ferrovieri nel carro bagagli»5.
Nuovi arresti: Milano e Roma
Il 7 novembre è l’anniversario della presa del potere da parte dei bolscevichi e a Milano un comizio “pro Russia”, come lo definisce Marinetti nei suoi Taccuini, fa scoppiare tafferugli. Marinetti e altri inseguono 300 “pussisti”.
Interviene la polizia e il poeta è arrestato «con Vecchi e 14 fascisti e arditi»6 e portato in questura a piazza San Fedele, ma subito rimesso in libertà.
Il 18 novembre 1919 Marinetti, assieme a Mussolini, Ferruccio Vecchi e numerosi altri, viene arrestato di nuovo a Milano con l’accusa «di attentato alla sicurezza dello Stato e di organizzazione di bande armate» (Futurismo e Fascismo, op. cit.). Rimane a San Vittore per 21 giorni, fino al 9 dicembre.
Durante l’anno pubblica il “romanzo esplosivo” 8 anime in una bomba (Edizioni Futuriste di “Poesia”), l’opera politica Democrazia futurista (Facchi Editore, Milano), in francese un testo sui principi del paroliberismo, Les mots en liberté futuristes (Edizioni Futuriste di “Poesia”), e con Enif Robert il romanzo chirurgico Un ventre di donna (Facchi Editore, Milano).
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1 La Grande Milano tradizionale e futurista, Mondadori, 1969, p. 340, n. 3.
2 Giuseppe Bevione (1879-1976), giornalista. Combatté durante la Prima guerra mondiale come volontario e ufficiale degli alpini. Dapprima avverso al fascismo, vi aderì poi, divenendo direttore del quotidiano «Il Secolo» nel 1923 e senatore nel 1924. Dopo la Seconda guerra mondiale riprese la sua attività giornalistica.
3 Taccuini 1915/1921, cit., p. 431.
4 cit., p. 437.
5 cit., p. 443.
6 Taccuini 1915/1921, cit., p. 459.