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Serate futuriste

Spettacolo d’avanguardia, declamazione di poesie, ma anche letture, esposizioni di pitture, esecuzioni di brani musicali, le serate futuriste ebbero come obiettivo la distruzione del vecchio teatro borghese, ma furono anche e soprattutto un mezzo di propaganda per il Futurismo.

Se nel teatro tradizionale il pubblico è mero spettatore, che passivo assiste alle scene, con le serate futuriste diviene attivo, partecipando alle declamazioni dei poeti con fischi e lanci di ortaggi. La parola d’ordine è sempre una: provocazione.

In realtà le serate organizzate da Marinetti si protrassero ben oltre la “semplice” rappresentazione sul palcoscenico. Calato il velario, Marinetti e la sua dinamica combriccola vanno in cerca dello scontro, della rissa, protraendo le loro serate in senso spaziotemporale: in giro per la città ospite fino a tarda notte o all’alba.

La prima serata futurista

12 gennaio 1910, mercoledì. Una data storica. Siamo a Trieste, non città italiana all’epoca, bensì dell’impero austro-ungarico.

È la prima serata futurista – un evento presto divenuto leggendario – che si svolse al Politeama Rossetti di Trieste. Una “serata d’arte e di politica”1.

Silvio Benco, nel suo articolo “Trieste elettrizzata” apparso nel rapporto sulla vittoria futurista di Trieste come supplemento al romanzo L’incendiario di Aldo Palazzeschi, parlò di 6 poeti futuristi che avrebbero dovuto esibirsi sul palco del teatro triestino:

  1. F.T. Marinetti
  2. Federico De Maria
  3. Paolo Buzzi
  4. Enrico Cavacchioli
  5. Aldo Palazzeschi
  6. Gian Pietro Lucini

In realtà, come leggiamo più avanti in un pezzo dello stesso Benco dal titolo “Una vittoria strepitosa” pubblicato sul «Piccolo» e riportato ne L’incendiario, intervennero alla serata soltanto Marinetti, Palazzeschi e Armando Mazza.

Le successive 3 serate futuriste

Grazie alle grandi doti organizzative di Marinetti, le serate futuriste si succedono a un mese o poco più di distanza una dall’altra, toccando Milano, Torino e Napoli:

  • Seconda serata futurista: 15 febbraio 1910 al Teatro Lirico di Milano
  • Terza serata futurista: 8 marzo 1910 al Politeama Chiarella di Torino
  • Quarta serata futurista: 20 aprile 1910 al Real Teatro Mercadante di Napoli

Da questo momento bisognerà attendere tre anni prima di una nuova serata futurista, che vede protagonista Roma in due date: il 21 febbraio e il 9 marzo 1913 al Teatro Costanzi.

Il primo appuntamento di Roma non può più esser definito una vera serata, poiché inaugura una nuova trovata marinettiana: i pomeriggi futuristi, denominati dal poeta five o’clock.

Nel primo pomeriggio futurista è Giovanni Papini a scatenare il putiferio e a dare scandalo, irritando il pubblico con il suo “Discorso di Roma”. Ma anche il secondo appuntamento, il 9 marzo – questa volta serata –, finisce a zuffe e lancio di ortaggi e altri oggetti.

Neanche a precisarlo, è l’ennesima serata che continuerà per le strade di Roma, con una schiera di ammiratori e nemici e zuffa finale.

Una serata futurista a Milano. Umberto Boccioni, 1911

Serata futurista a Bologna
Sul palcoscenico Boccioni, Balilla Pratella, Marinetti, Carrà e Russolo.
Serata futurista, vignetta di Boccioni
Politeama Chiarella, Torino, 1910. Vignetta di Umberto Boccioni (Archivio Giovanni Lista). Sul palco da sinistra a destra: Carrà, Mazza, Marinetti e Boccioni.
Rivista Lacerba
Il resoconto su «Lacerba» della serata futurista del 12 dicembre 1913 al Teatro Verdi di Firenze.
Le serate futuriste. romanzo storico vissuto
Le serate futuriste. romanzo storico vissuto. Francesco Cangiullo. Prima edizione, Ed. Tirrena 1930.

Nascita ed evoluzione delle serate futuriste

Giusi Baldissone, nella sua prefazione al saggio di Mario Musella Serate Futuriste2, individua 3 fasi principali che hanno portato alla nascita delle serate futuriste:

  1. Drammi teatrali: Marinetti esordì in questo campo pubblicando la tragedia satirica Le Roi Bombance, poi tradotta in italiano Re Baldoria.
  2. Sintesi teatrali: innovazione marinettiana che vide la luce nel 1909 con l’opera Poupées électriques. Questa forma teatrale fu poi “ufficializzata” con il manifesto del “Teatro Futurista Sintetico”, firmato a Milano l’11 Gennaio 1915 da Marinetti, Emilio Settimelli e Bruno Corradini.
  3. Serate futuriste di poesia, che dal 1910 si protrassero, anche se non continuamente, fino al 20 dicembre 1913, con l’ultima serata che si tenne al Teatro Verdi di Firenze.

Cala dunque il sipario sulle serate futuriste?

Ormai sono divenute uno spettacolo già visto, di cui il pubblico sa cosa attendersi. Ma il Futurismo è soprattutto evoluzione e rinnovamento, trasformazione e sovvertimento.

La stagione delle serate futuriste lascia il posto ad altre due forme teatrali:

  • Il Teatro di Varietà: il cui manifesto fu pubblicato su «Lacerba» il 1° ottobre 1913 e sul «Daily-Mail» il 21 novembre, con testo ridotto e in parte modificato.
  • Il Teatro Futurista Sintetico: con manifesto pubblicato l’11 gennaio 1915, a cura della Direzione del Movimento Futurista.

1 Mario Musella, Serate Futuriste, Diana Edizioni, dicembre 2019, p. 39.

2 Ivi, p. 6.

Bruno Murari, Bozzetto del manifesto della “Tournée del Teatro futurista. Simultanina” di F.T. Marinetti, 1931. Olio su carta, cm 52x39 (Arte Centro, Milano).