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Carteggio Marinetti Palazzeschi

Carteggio Marinetti Palazzeschi

Le lettere del carteggio Marinetti Palazzeschi, 108 in totale, coprono il periodo che va dal 1909 al 1934.

In realtà c’è un salto di 20 anni, dal gennaio 1914 al marzo 1934, date in un certo senso importanti: la prima segna il distacco di Palazzeschi dal Futurismo, la seconda un riavvicinamento degli amici di un tempo, quando Marinetti propose Palazzeschi per la nomina all’Accademia d’Italia.

La seconda parte del volume, con 65 lettere, è dedicata agli scambi epistolari fra altri futuristi e Palazzeschi: Paolo Buzzi, Carlo Carrà, Auro d’Alba, Corrado Govoni, Gian Pietro Lucini, Giovanni Papini, Renzo Provinciali, Ardengo Soffici.

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Estratto del Carteggio Marinetti Palazzeschi

Presentazione

Credo che sia raro trovare un carteggio più asimmetrico di questo. Da una parte sta un personaggio ormai famoso, attivista per vocazione e volontà, sicuro di sé e conscio del valore del proprio tempo, che in uno stile per l’appunto futuristicamente «sintetico» e pragmatico, ragguaglia, incita, sprona, redarguisce, consola, scuote l’interlocutore. Dall’altra, un giovane poeta sconosciuto che si dà invece interamente nella corrispondenza, e si diffonde in resoconti dettagliati della propria vita, in progetti, in confessioni, in ringraziamenti, in autocommiserazioni, in bamboleggiamenti, piccole ire, ecc. Questo Aldo Giurlani (in arte Palazzeschi) ha solo nove anni meno di Marinetti, ma si rivolge sempre all’amico come a un fratello maggiore o ad un padre. Non c’è che aprire il libro per cogliere testimonianze in questo senso. Palazzeschi, ormai venticinquenne, si autodefinisce a più riprese, con evidente compiacimento, «un ragazzo così buffo», «un povero ragazzo senza cervello», «un ragazzettuccio intrattabile», «un piccolo bambino». Di fatto il giovane poeta, amatissimo dalla madre, si era sempre sentito incompreso dal padre, intelligente ed abile commerciante, lontano però dal mondo della letteratura e dell’arte. Marinetti diviene una figura paterna, quel padre buono, forte, comprensivo, maieuta, che Palazzeschi, come chissà quanti altri, aveva nell’intimo desiderato.

L’intesa nasce subito, fin dalle primissime lettere, ma con le caratteristiche di cui dicevo: sbrigativa e fattiva da parte del milanese Marinetti, diffusa, circostanziata, leziosa, da parte del fiorentino Palazzeschi. Le lettere di Marinetti sono di una consequenzialità recisa e lineare. […]

[maggio 1909]

Caro collega,

Ho ricevuto con vivissimo piacere i vostri poemi, e, guidato da un infallibile istinto, ne ho intrapresa immediatamente una lettura attentissima.

I vostri poemi mi hanno vivissimamente interessato per tutto ciò che rivelano in voi di non ancora espresso e di sicuramente originale. Vi è – nel vostro volume – come già nei Cavalli bianchi, un odio formidabile per tutti i sentieri battuti, e uno sforzo, talvolta riuscitissimo, per rivelare in un modo assolutamente nuovo un’anima indubbiamente nuova.

Questo, noi sentimmo tutti, qui in redazione di «Poesia», lieti di spalancarvene le porte, poiché «Futurismo» vuol dire anzitutto: sprigionamento degl’istinti vergini e puri, fuori dal terriccio dei luoghi comuni, delle sensazioni cooperative, e dei leit-motiv ossessionanti.

Le mando in omaggio la collezione di «Poesia» e l’ultimo libro del Cavacchioli, invitandola formalmente a collaborare con noi al grande rovesciamento della vecchia imbecillità italiana. Le faccio sapere intanto che dei suoi Poemi parlerà lungamente in «Poesia» Paolo Buzzi. Gradisca, con tutta la simpatia della redazione di «Poesia», l’espressione della mia alta considerazione.

F. T. Marinetti

  • Carteggio Marinetti Palazzeschi
  • Mondadori
  • Giugno 1978
  • 176 pagine
  • Lire 6.500
  • Presentazione di Luciano De Maria
  • Introduzione di Paolo Prestigiacomo
  • Nota al testo
  • Cronologia
  • Bibliografia
  • Carteggio
  • Appendice
    • Lettere a Palazzeschi di P. Buzzi, C. Carrà, A. d’Alba, C. Govoni, G. P. Lucini, G. Papini, R. Provinciali, A. Soffici
  • Indice dei nomi