Nella breve prefazione a L’esercito italiano, opera del 1942, Marinetti si definisce “unico poeta specialista di guerre moderne”, ribadendo la sua filosofia di guerra sola igiene del mondo.
Il poeta, come sottolinea nella sua prefazione, è il solo fra gli scrittori poeti o prosatori a essersi occupato da futurista di battaglie, perché innamorato del «fenomeno cosmico Guerra».
La guerra è per Marinetti «una inesauribile ispiratrice di poesia».
Non tutti i testi presenti in questa antologia sono di Marinetti.
- “Tecnica dell’amore mediterraneo” è di Beniamino Tullier;
- “Il rassicurante ultimo fiato di un sommergibile nemico” sono parole in libertà di Luigi Scrivo (1901-1976)
- e “Operazione chirurgica sul campo di battaglia” è di Pino Masnata (1901-1968).
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Incipit de L’esercito italiano. Poesia armata
La poesia sublime dell’esercito italiano
In risposta agli scrittori Valery e Morand che tentarono di difendere la delusa civiltà francese a carattere bancario incipriata di filantropia ipocrita epicureismo raffinate investigazioni sessuali passatismi alla moda paura fisica e pace ad ogni costo anche disonorante voglio da aeropoeta futurista Sansepolcrista precisare le mirabili virtù dell’Esercito italiano in guerra fulgida espressione del nostro popolo e della nostra marciante civiltà rivoluzionaria che mediante virilità guerriera fattiva e genio letterario artistico scientifico anticipatore dinamizza e immensifica la vittoriosa Italianità guidata dal genio politico militare di Benito Mussolini.
La mia intimità coi campi di battaglia e colle violenze di piazza m’impone il dovere-piacere di escludere qualsiasi frase fatta entrando nel vivo di queste parole «prima linea» e «sotto il fuoco».
Collauderemo così il grido «Guerra sola igiene del mondo» lanciato dai futuristi trentatré anni fa per affermare l’intelligenza civilizzatrice della guerra nei teatri gremiti di pacifisti socialcomunisti e democratici d’origine straniera
Come dissi il 23 marzo 1919 a fianco dei futuristi Sansepolcristi Mario Carli Bruno Corra Ernesto Daquanno Mario Dessy Alioto e ripetuto più tardi nei teatri di Parigi e di Tunisi riaffermo oggi che
«L’Italia è una poesia armata»
L’Esercito Italiano di terra mare cielo ha rivelato e rivela ogni giorno
La calma fredda e imperturbabile di un generale come Caviglia il quale avendo ai suoi ordini 800.000 uomini e realizzando il primo lavoro arduo dei pontieri e degli Arditi sul Piave in piena trae placidamente dall’esame statistico delle annuali crescite del fiume la convinzione tipicamente italiana che queste essendovi in gioco l’Italia non potranno esagerare
L’ambizione spavalda tenace e temeraria dei comandanti di reparti accerchiati come il generale Somma il quale stretto con 3000 Camicie Nere della sua Divisione 28 Ottobre a Passo Uarieu contrattaccava con 8 cannoni 38 mitragliatrici gli assalti e la pressione circondante di 45.000 abissini per 3 giorni e 3 notti con poche munizioni senz’acqua né aeroplani e al terzo disperatissimo giorno sul punto d’essere sopraffatto radiotelegrafava a Badoglio «Non voglio rinforzi domando soltanto acqua e munzioni»
Aeropoeti futuristi cantate con parole in libertà
Guarabub esplodente lettera d’amore semisepolta nelle sabbie
- L’esercito italiano. Poesia armata
- Edizioni “Cenacolo”
- 12 luglio 1942
- 48 pagine
- Lire 4
- La poesia sublime dell’Esercito Italiano
- Giocattoli guerreschi per i figli dei combattenti
- Estetica Futurista della Guerra Multifronte
- Carlinga di aeropoesie di guerra – Tecnica delle parole in libertà
- Tecnica dell’amore Mediterraneo
- Calcolo poetico delle battaglie d’oggi
- La Battaglia Aeronavale
- Il rassicurante ultimo fiato di un sommergibile nemico
- Passo Uarieu
- Operazione chirurgica sul campo di battaglia
- Bombardamenti
- Bombardamento di Adrianopoli