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I nuovi poeti futuristi

I nuovi poeti futuristi

I nuovi poeti futuristi del 1925 fa seguito alla pubblicazione del 1912 I poeti futuristi. Nuovi poeti, appunto, sono presentati da Marinetti in questa antologia in cui compaiono, oltre a poesie, anche versi paroliberi, tavole parolibere e sperimentazioni tipografiche.

5 tavole ripiegate rendono ancor più preziosa quest’opera, 2 a firma di Marinetti, 2 di Fillia e una, che aperta misura mezzo metro, di Cesare Simonetti.

I testi della raccolta sono di Loris Catrizzi, Silvio Cremonesi, Mario Golfi, Escodamè, Farfa, Fillia, Alceo Folicaldi, Giovanni Gerbino, Giuseppe Guatteri, Angelo Maino, Enzo Mainardi, Oneste Marchesi, Bruno Sanzin, Cesare Simonetti, Alberto Vianello.

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Incipit de I nuovi poeti futuristi

Prefazione

Le prefazioni che i letterati passatisti illustri scrivono pari libri dei giovani debuttanti sono dettate dal desiderio di liberarsi da una richiesta fastidiosa, quasi mai ispirate dalla volontà di rivelare al pubblico un nuovo ingegno.

Il loro egoismo pauroso vede in tutti i giovani dei pericolosissimi concorrenti. Le loro prefazioni sono inevitabilmente prefazioni forzate di libri mediocri o prefazioni tiepide che scoraggiano il lettore.

Compiango i giovani che sognano di ornare il loro primo libro con simili impiastri.

Conoscete voi una prefazione di Carducci, Pascoli, Verga, D’Annunzio, che abbia rivelato un giovane geniale? No. Questi illustri letterati si sono sempre infischiati dei giovani.

L’Italia riconoscerà fra qualche anno che soltanto noi futuristi abbiamo voluto e saputo centuplicare il genio artistico della nostra razza, rivelando, sostenendo e glorificando i giovani.

La ferma sicurezza di poter creare instancabilmente del nuovo ha annientata in noi qualsiasi paura egoistica di concorrenza.

Io ho scritto poche prefazioni, ma le mie prefazioni orali di presentazione o conferenze, buono numerose. Nessuna dettata da opportunismo o da preghiere insistenti. Tutte clamorose. Tutte decisive, per l’intensa luce che hanno proiettato sui nuovi ingegni.

Ho preferito sempre le conferenze alle prefazioni scritte, perché più efficaci nel suscitare polemiche.

I nuovi ingegni da me scoperti formano oggi la gloria della nuova letteratura e della nuova arte italiana. Con prefazioni orali e declamazioni io mostrai diciotto armi fa, Giosuè Borsi, premiato da me nel primo concorso di «Poesia».

Con innumerevoli conferenze e declamazioni, contro tutti i fischi dei detrattori e tutti gli scetticismi della stampa quotidiana, io rivelai più tardi Cavacchioli, Buzzi, Folgore, Govoni, Palazzeschi, Boccioni, Russolo, Carrà, Severini, Amo D’Alba, Armando Mazza, Sant’Elia, Jannelli, Bragaglia, Dessy, Marchi, Cangiullo, Depero, Steiner, Fiozzi, Vasari, Nicastro, Azari, Cantarelli, Bonomi, Cannonieri.

Cito coloro che prima delle mie Conferenze e declamazioni battagliere non erano noti poiché alla notorietà di molti altri, come Balla, Pratella, Settimelli, Mario Carli e Prampolini ho semplicemente collaborato.

  • I nuovi poeti futuristi
  • Edizioni Futuriste di “Poesia”
  • 1925
  • 362 pagine
  • Lire 10
  • Prefazione
  • Loris Catrizzi
  • Silvio Cremonesi
  • Emilio Mario Dolfi
  • Escodamé
  • Farfa
  • Fillia
  • Folicaldi
  • Giovanni Gerbino
  • Giuseppe Guatteri
  • Enzo Mainardi
  • Angelo Maino
  • Oreste Marchesi
  • F.T. Marinetti
  • Bruno G. Sanzin
  • Cesare Simonetti
  • Alberto Vianello