Il sottotitolo dell’opera del 1922 Il tamburo di fuoco recita “Dramma africano di calore, colore, rumore, odori”. E aggiunge “con intermezzi musicali del Maestro Balilla Pratella e accompagnamento intermittente d’intonarumori Russolo”.
Francesco Balilla Pratella (1880-1955) fu un attivo futurista, compositore e insegnante di musica. Luigi Carlo Filippo Russolo (1885-1947) fu non solo un compositore e un pittore, ma anche inventore di originali strumenti musicali, come appunto l’intonarumori.
Marinetti lo definisce dramma impressionista, in cui il poeta ha voluto “imporre la drammatizzazione lirica mediante immagini, musiche, luci e gl’intonarumori di Luigi Russolo”.
Il dramma fu rappresentato nei mesi di maggio e giugno 1922 in varie città d’Italia dalla Compagnia Teresa Franchini – Mario Fumagalli – Giuseppe Masi.
Per ogni atto Marinetti fornisce i colori di scena e gl’intonarumori:
- Atto I: Tono dominante: arancione. Intonarumori: Sibilatori e Ululatori
- Atto II: Tono dominante: verde inquieto. Intonarumori: Ronzatori, Gorgogliatori, Rombatori, Gracidatori, Frusciatori, Ululatori
- Atto III: Tono dominante: rosso cupo. Intonarumori: Ronzatori, Ululatori, Sibilatori, Trombarriti e Frusciatori, Crepitatori, Scoppiatori
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Incipit de Il tamburo di fuoco
Atto I
Tono dominante: arancione.
Intonarumori: Sibilatori e Ululatori
Peso – angoscia del sole – destino sulle strade appassionate della vita. Lieve avvallamento fra due dune. Atmosfera tropicale abbacinante. Crepitazione di fucileria lontana. Kabango balza in scena da sinistra, come se fosse inseguito. Alto, atletico capo africano (scecchia rossa con fiocco nero, barracano, fucile ad armacollo). Preoccupatissimo, esplora l’orizzonte a destra e a sinistra, poi ai butta a terra, e striscia carponi verso la cresta della duna in fondo alla scena.
Entra lentamente, pure da sinistra, Mabima, bruna, flessuosa, semicoperta dal suo burnus bianco lacerato, haik azzurro, spilloni, medagliette e grandi orecchini d’argento. Tatuaggi azzurri sulla fronte e sulle mani. Pesanti anelli alle caviglie.
Bagamoio e Lanzirica, il cui abbigliamento è simile a quello di Kabango, ma meno ricco, sorreggono Mabima.
KABANGO.
carponi, continuando ad esplorare il fondo della scena, indica col braccio sinistro un punto dietro di sé.
Coricate Mabima qui dietro di me.
MABIMA.
con un filo di voce
Non ti curare di me, Kabango ! Ho ancora molta forza. Se vuoi, camminerà.
LANZIRICA.
No, no, credimi. Kabango: bisogna fermarsi. Mabima è sfinita. Sembra debba svenire da un momento all’altro. Ha le mani insanguinate! Anche la bocca cola sangue.
BAGAMOIO.
Non è nulla. È il sangue di quelle canaglie che volevano tenerla prigioniera! Mabima ha saputo difendersi con le unghie, coi denti.
Bagamoio e Lanzirica adagiano Mabima sulla sabbia.
KABANGO.
Bagamoio, guarda attentamente. Non vedi nulla, dietro a quei cactus?
BAGAMOIO.
No, dietro a quei cactus non c’è nulla. Speri di ritrovare la tua scorta di cavalli e di muli? Non vedo nulla. I nostri nemici hanno certo perdute le nostre tracce. Sono ormai lontani, dietro alla terza duna.
LANZIRICA.
accovacciato vicino a Mabima.
Presto, presto, Bagamoio!… Corri al pozzo, laggiù… Mabima muore.
BAGAMOIO.
uscendo da destra.
Corro al pozzo, ma, per Allah, Kabango, non alzarti in piedi! Possono vederti e ucci dderti con una fucilata. Hanno buoni fucili e frecce insradicabili avvelenate!
KABANGO
tendendo il pugno verso il fondo della scena.
Impostori! Vigliacchi! Traditori! Mi avete imposto il disonore di fuggire! Per la prima volta, ho conosciuto l’orrore della fuga! Da solo, da solo, vi saprei affrontare tutti! E vincere tutti col mio solo fucile contro tutti i vostri fucili!
Mordendosi le mani con rabbia.
- Il tamburo di fuoco
- Sonzogno
- 1922
- 130 pagine
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- Dedica
- Personaggi
- Atto I. Il cimitero delle carovane
- Atto II. La foresta dei serpenti
- Atto III. La pista degli elefanti