Vai ai contenuti Skip to footer

Lettere futuriste tra arte e politica

Lettere futuriste tra arte e politica

Le Lettere futuriste tra arte e politica sono il volume che raccoglie il carteggio fra Mario Carli e Marinetti e coprono il periodo che va dal 1914 al 1931. Mario Carli non fu solo un letterato, ma anche un ardito, che nel 1918 fondò la prima Associazione Arditi d’Italia.

La maggior parte delle lettere è concentrata fra il 1918 e il 1920, quando si svolse l’attività del giornale «Roma futurista», organo del movimento, creata e diretta da Carli, Marinetti e Settimelli.

Il carteggio si rivela di grande importanza storica, poiché offre una diretta testimonianza del primo dopoguerra e dei fermenti letterari di quell’epoca, ma anche sociale e politica: in quegli anni era in atto un radicale cambiamento della società, che vide i futuristi in prima linea.

Scopri l’opera

Estratto delle Lettere futuriste tra arte e politica

Introduzione

Di quell’intensa stagione futurista lambita dall’onda lunga della Grande Guerra e tesa alla ricerca d’un equilibrio tra arte e politica, lo scrittore Mario Carli ha saputo rappresentare emblematicamente tutte le passioni e le contraddizioni, attraverso la propria esperienza letteraria e ideologica.

Il futurismo in quanto avanguardia globale mirava per sua natura a conciliare l’eversione delle forme espressive con una azione di rivolta più vasta, ideale, morale, oltre che estetica; la cosiddetta “mistica dell’azione”, pur prendendo le mosse dal terreno specifico dell’arte, finiva per investire l’intera esistenza.

Tra guerra e dopoguerra questo processo totalizzante raggiunse l’acme e, se da un lato diede luogo a quel programma di «ricostruzione futurista dell’universo», secondo il quale si affidava alla creatività il compito di penetrare in ogni aspetto della vita quotidiana, dall’altro creò le condizioni di una vera e propria corsa verso la politica attiva, con esiti particolarmente vivaci alla fine del conflitto, mentre esplodeva la crisi economica e sociale.

Carli affiancò Marinetti nei suoi progetti politici e partitici, fu tra gli animatori di «Roma futurista», giornale tutto ideologico e politico, fondò l’Associazione fra gli Arditi d’Italia e successivamente raggiunse D’Annunzio a Fiume. Insomma, rispose in pieno agli appuntamenti che la storia presentava alla sua generazione di giovani intellettuali ribelli, sempre in bilico fra opposte tensioni: nazionalismo e anarchismo, snobismo e populismo, avanguardismo e militarismo.

25-5-14

Carissimo,

L’editore Villiers de l’Isle Adam credo sia Fasquelle (11, Rue de Grenelle). Ti mando 40 copie del Manifesto Corradini-Settimelli. Se ne vuoi altre scrivi una cartolina alla mia impiegata Signorina Villa (Corso Venezia, 61).

Ciò che mi scrivi di Lyda Borelli mi fa molto piacere. Dammi i ragguagli necessari. Si potrà fare la cosa che proponi, ma non prima dei primi di luglio, poiché parto stasera per Londra, dove starò probabilmente un mese. (Intonarumori di Russolo al Coliseum, con un mio discorso in inglese sul Futurismo e l’Arte dei rumori ad ognuna delle 2 rappresentazioni quotidiane).

Come vedi le fatiche si moltiplicano. Le battaglie e le vittorie, anche. Palazzeschi uscendo dal Futurismo ha offeso e colpito soltanto l’amico Marinetti, non il Futurismo, che non può preoccuparsi dei disertori.

Presenta i miei ossequi alla Signora Lyda Borelli e gradisci un abbraccio fraterno dal tuo

F. T. Marinetti

  • Lettere futuriste tra arte e politica
  • Officina Edizioni
  • 1989
  • 120 pagine
  • Lire 15.000
  • Introduzione di Claudia Salaris
  • Nota all’edizione di C.S.
  • Carteggio F.T. Marinetti-Mario Carli
  • Indice dei nomi