Il volume delle Lettere ruggenti a Francesco Balilla Pratella contiene missive di Marinetti e di altri personaggi: Giovanni Papini, Italo Balbo, Umberto Boccioni, Filippo de Pisis, Gino Severini, Luciano Folgore, Pietro Mascagni, Luigi Russolo.
Ruggenti le lettere, perché erano ruggenti quegli anni, quelli della nascita del movimento futurista e delle lotte politiche e dell’entrata in guerra, la guerra di trincea che vide molti futuristi in prima linea, come lo stesso Marinetti.
Le lettere di Marinetti vanno dal 28 settembre 1910 al 1° novembre 1923.
Pubblicazione degna di nota, poiché segue l’uscita della Grande Milano tradizionale e futurista, i due memoriali che interruppero la damnatio memoriae durata quasi 25 anni su Marinetti e sulle sue opere.
Scopri l’opera
Estratto delle Lettere ruggenti
Introduzione
I movimenti rivoluzionari e di rinnovamento hanno sempre trovato humus fertile in Romagna, terra impregnata di passionalità e di spiriti libertari. Nulla di strano, dunque, che vi attecchisse il futurismo. Il movimento fondato da Marinetti ebbe i suoi centri propulsori a Milano e a Firenze, dopo la pubblicazione del Manifesto sulle colonne del Figaro il 20 febbraio 1909. Ma poi, sebbene nei testi e nelle pubblicazioni non se ne faccia cenno, riscosse ampi consensi in Romagna: Bruno Corra, Arnaldo Ginna, De Nardis, Notari, Savini e Francesco Balilla Pratella, il musicista di Lugo, unico preposto alla sezione musicale futurista.
Pratella, nato nel 1880, aveva frequentato da ragazzo i corsi d’istruzione classica a Lugo, a Napoli e a Bologna; dopo essersi esercitato nello studio della musica presso il maestro Antonio Ricci Signorini di Massalombarda, nel 1899 fu accolto da Pietro Mascagni al Liceo musicale di Pesaro. Si licenziò, maestro compositore, nel 1903 con un poema orchestrale vocale a «La chiesa di Polenta» ispirato all’ode del Carducci, mentre, qualche tempo prima, una sua «operina musicale per fanciulli – come rileva una vecchia biografia del musicista – C’era una volta, era stata eseguita con successo al teatro Rossini a Lugo». (Oltre a Pietro Mascagni, come maestro, Pratella aveva avuto Antonio Cicognani).
22 ottobre 1915
Carissimi Buzzi e Pratella,
amici miei,
Domani
assalto alle trincee austriache. La battaglia sarà seria. Sono felice di dare all’Italia nostra grande forte e gloriosa, la mia vita di Futurista Italiano, la mia vita che considero importantissima.
Spero però di non essere ucciso domani per continuare a massacrare Austriaci e per vedere lo sfacelo dell’Austria passatista odiatissima nemica.
Spero di non essere ucciso per potere riprendere con te la grande lotta futurista per il Genio creatore e novatore Italiano.
Ad ogni modo vi bacio coll’ultima mia tenerezza d’artista e d’uomo.
Continuate. Tu sei Pratella e sai.
F.T. Marinetti
Tu sei Buzzi e sai.
Un chiarimento di Prezzolini
Tra le lettere di F.T. Marinetti, fondatore del Futurismo, che un giovane giornalista, Giovanni Lugaresi, ha avuto l’avvedutezza di scoprire presso gli eredi di F. Balilla Pratella, musicista del gruppo, ce n’è una datata 4 luglio 1911, che mi riguarda, e che merita d’esser commentata con l’aiuto di altri documenti:
Carissimo Pratella,
furono infatti due cazzottature dalle quali siamo usciti incolumi, senza il menomo graffio. Soffici e Prezzolini dovettero andare alla guardia medica, e hanno la faccia completamente deformata e coperta di cerotti. Il ceffone di Bacioni fu veramente una cosa colossale. Soffici cadde a una come un sacco. Carrà, col suo bastone, sembrava un mulino a vento Io fui più che mai futurista. Insomma, una grande vittoria che ha chiuso mirabilmente la nostra stagione bellicosa. F. T. Marinetti
Milano, 28 settembre 1910
Carissimo Pratella,
ho ricevuto la vostra lettera gentile e il vostro bellissimo proclama. Ne sono entusiasta. Lo darò da comporre domani stesso, perché vi sia possibile di fare sulle bozze qualche taglio che mi pare necessario: non d’idee né di violenze, ma di semplici frasi, e ciò per restare nelle proporzioni di un manifesto, facilmente riproducibile dai giornali. Vi manderò le bozze appena le avrò, e giudicherete voi stesso circa questi tagli.
Il mio processo per oltraggio al pudore avrà luogo l’8 ottobre. II mio romanzo sarà difeso dall’on. Barzilai, da Innocenzo Cappa e dall’avv. Sarfatti. Avrò come periti di difesa Luigi Capuana, Colautti e Pastonchi e Bracco. Sono dunque occupatissimo, in questo momento, e nell’impossibilità di venire a Lugo. Appena finito il processo, converrà abboccarci, per gli ultimi ritocchi al Manifesto, che vorrei lanciare alla fine di ottobre.
- Lettere ruggenti
- Quaderni dell’Osservatore
- Dicembre 1969
- pagine
- Lire 1.200
- Introduzione di Giovanni Lugaresi
- Le lettere di Marinetti
- Le altre lettere
- Un chiarimento di Prezzolini