Scritto da Marinetti insieme all’amico Fedele Azari (1895-1930), aviatore della Prima guerra mondiale, il Primo dizionario aereo italiano è un libro che lo stesso editore definisce “Italianissimo”. Marinetti e Azari, nel preparare quest’opera, hanno costituito un “felice binomio tecnico-letterario”.
Il 1929, come fa notare l’editore nella sua nota finale, è anche la data che vede Marinetti entrare nell’Accademia d’Italia.
Con questo dizionario Marinetti e Azari hanno creato il linguaggio aeronautico, all’epoca tanto più utile per la sempre crescente diffusione dell’aviazione. Ma al contempo questo dizionario sottolinea l’amore futurista per le macchine e la velocità.
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Incipit di Primo dizionario aereo
Nel 1919 il giornale futurista «La Testa di ferro» portava un primo elenco di vocaboli italiani aviatorii raccolti da F.T. Marinetti. Questi lo sottopose al giudizio dell’aviatore Azari. Nacque così la collaborazione Marinetti-Azari al primo dizionario aereo.
Il problema fu da noi risolto raggiungendo questi quattro obiettivi:
1°) Italianità assoluta di tutti i vocaboli.
2°) Chiarezza inequivocabile anche ai fini di una pronta volgarizzazione.
3°) Precisione tecnica per renderlo utile anche ai tecnici.
4°) Vitalità parlata, in quanto i vocaboli prescelti sono effettivamente in uso fra gli aviatori.
Il primo di questi quattro obiettivi, cioè l’italianità di tutto il dizionario, è sembrato a molti irraggiungibile.
Invece i termini stranieri, quasi tutti d’origine francese, sono espressioni approssimative se non errate e che i primi costruttori, meccanici e piloti, inventarono a casaccio spesso con rozza balordaggine. Essi sono quasi tutti privi di logica, di precisione e di efficacia. Il tempo e l’uso, arricchendoli di un illusorio valore, hanno loro conferito una apparente insostituibilità.
Diamo alcuni esempi tipici:
Il termine francese hangar si traduce letteralmente tettoia, mentre il luogo dove vengono messi al coperto gli aeroplani è una costruzione chiusa che noi chiamiamo capannone, come già usano molti aviatori.
Il termine francese gauchissement, che significa storcimento, risponde in parte ai primi sistemi di svergolamento dell’ala, espressione questa già più precisa. Oggi gli aeroplani non compiono più la manovra dell’inclinazione laterale mediante torsione dell’ala, ma bensì col movimento di alettoni piani e imperniati a cerniera. Perciò il termine gauchissement, che alcuni ancora usano, è doppiamente improprio, oltreché non italiano. Nel nostro dizionario abbiamo adottato con maggior precisione i vocaboli: svergolamento, svergolare, torsione e alettoni.
Cloche, altro termine francese, che significa campana, ed è ancora usato da molti per definire la leva di comando a bastone. In realtà l’uso di questo termine poteva essere un tempo giustificato e solamente per il monoplano Blériot, la cui leva di comando portava nella parte inferiore un’espansione circolare a forma di campana, ai bordi della quale erano attaccati i fili per azionare il timone di profondità e lo svergolamento. Nei tipi di aeroplani moderni tale «campana» non esiste e noi usiamo il vocabolo «leva» o «leva di comando».
- Primo dizionario aereo
- Editore Morreale
- 1929
- 160 pagine
- Lire 12
- Presentazione
- Avvertenze
- Dizionario
- Voci straniere e corr. voci italiane
- Elenco analitico
- Nota dell’editore