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Un ventre di donna

Un ventre di donna

Un ventre di donna è, come recita il sottotitolo, un romanzo chirurgico, uscito nel 1919. Scritto principalmente da Enif Robert, scrittrice e attrice teatrale, il romanzo alterna la narrazione della protagonista con brani da un diario e lettere che Marinetti scrive alla protagonista dal fronte.

La storia è una riflessione sulla malattia che colpisce la protagonista e sul conseguente intervento chirurgico. Romanzo dunque in parte autobiografico, poiché Enif Robert subì un’operazione di laparotomia, sostenuta in ospedale dalle lettere che Marinetti le spedì dal fronte.

Fra i personaggi, quindi, oltre al Marinetti troviamo anche Eleonora Duse, che la Enif conosceva.

L’impronta marinettiana si riscontra anche in alcuni piccoli dettagli del romanzo, come l’accenno a un Ardito del 74° reparto d’assalto: 7+4 a formare quell’undici caro al poeta. Ma anche nella camera N. 11 dell’ospedale o, ancora, negli undici stiffelius neri.

A quale genere ascrivere quest’opera? È sì un romanzo futurista, perché di futurismo c’è molto, ma forse è più corretto definirlo romanzo sperimentale.

Scopri l’opera

Incipit di Un ventre di donna

Non abbiamo ancora ben compreso, mi sembra, ciò che vuol dire «DONNA FUTURISTA».

Questo aggettivo non deve aver l’aria di atteggiamenti cinici o audaci, di pose ribelli, di corsa frenetica verso le cime impennacchiate e multicolori della NOTORIETA AD OGNI COSTO.

E neppure vuol dire un diversivo da détraquée per frugare nella nausea della vita con l’ultima illusione di una novità che valga la pena di essere vissuta.

Va inteso, invece, come un’energica cura di

CORAGGIO + VERITÀ.

Sarebbe dunque l’ora di smettere il tono civettuolo e inconcludente che è caratteristico della letteratura muliebre d’oggi, e di cominciare con energia l’enunciazione vigorosa di realtà ANCHE NON ESTETICHE, delle anime nostre.

Via le tiritere di stati d’animo velati, graziosi, assurdi, quali la contemplazione aeriforme delle stelle luminose, delle notti lunari, la descrizione meticolosa delle quattro stagioni rifritte in tutte le prose e le poesie maciullate da generazioni e generazioni di grandi, mediocri, infimi prosatori e poeti!

Sappiamo ormai a sazietà che la primavera ci porta il fiorellino blu; che in estate c’è la cicala che frinisce sull’olivo dell’orto; che l’autunno è languido e voluttuoso nei semi-toni appannati delle foglie estenuate; che l’inverno è buono, passato presso il fuoco mentre fuori la neve non cade mai abbastanza a «larghe falde».

È veramente l’ora di passar oltre questa decadenza di tritume letterario e di adoperare le sottigliezze di stile, in alcune donne di oggi veramente singolare ed acuto, per far conoscere A NUDO la forza vera delle nostre possibilità di affermazione. Coraggiosamente dunque, quelle fra noi che abbiano il dono di esprimersi con facilità e con ardore, mettano da parte i comodi languori della letteratura-fremito a base di erotismi mascherati di grazie cesellatrici, e còmpiano il bel gesto nuovo di parlarci davvero di loro con serietà audace e forte.

Non più, per carità, sprecare tesori di bello stile per dirci che il sole è un amante divino, o che un giardino autunnale è capace di dare la vertigine del piacere più intenso!

Vien voglia, leggendo queste magnifiche cretinerie, di prendere per un braccio la fluttuante scrittrice, scuoterla ben bene per riportarla in pieno verismo quotidiano, e dirle forte: «No, cara: tu fai una sostituzione bestiale di pensieri e di cose.Un bel giovanotto dalle maschie fattezze è il tuo sole e il tuo giardino. Ma di’, dunque, con rude franchezza il tuo desiderio umano e carnale, quale te lo suggerisce la tua sensibilità legittima e consapevole; parla del tuo diritto sensuale e fecondo, senza impasticciarlo con analogie di raggi e di profumi assolutamente estranei alla tua nudità che canta l’amore. Sei fuori della vita e del verosimile; cammini per vie già battute da passate decadenze romantiche, e perciò non hai nemmeno l’attenuante di portare, sia pure in un campo mellifluo di assurdità inorpellate, la parola nuova».

  • Un ventre di donna
  • Facchi Editore
  • 1919
  • 222 pagine
  • Lire 4
  • Coraggio+verità
  • 1. A Posillipo
  • 2. Il futurista Biego Fortis
  • 3. Le paure d’un ventre
  • 4. La noia vince tutto
  • 5. Un ventre lanciato all’assalto
  • 6. Jack lo sventratore
  • 7. Aspettando una nuova offensiva
  • 8. Il ventre della terra ha un’immensa ferita chirurgica di trincee
  • 9. La cura futurista
  • 10. Conversazione fra il sole e il mio ventre
  • 11. Manuale terapeutico del desiderio-immaginazione
  • 12. Dal ventre al fronte
  • 13. Musica chirurgica in trincea
  • 14. Dialogo fra due trincea
  • 15. Lotta di ventri femminili
  • 16. Il ventre di un’altra donna