Questo memoriale, se si eccettua il poema Quarto d’ora di poesia della X MAS pubblicato da Benedetta un mese dopo la morte di Marinetti, è la prima opera postuma del poeta, edita nel 1969, a uscire dopo la damnatio memoriae a cui l’editoria italiana lo condannò per 15 anni.
La grande Milano tradizionale e futurista uscì nell’aprile del 1969, tre mesi prima del primo sbarco dell’uomo sulla Luna, un evento che avrebbe acceso l’animo di Marinetti, perché trampolino di lancio per una reale conquista delle stelle.
Il clima della Milano del 1969 non è forse molto diverso da quello del 1919, che vide Marinetti e altri futuristi dare la caccia ai “socialcomunisti”1. È il clima caldo ed esplosivo degli Anni di piombo, della stagione degli attentati e delle bombe.
È ancora Mondadori a farsi carico di questa nuova pubblicazione, scrivendo di fatto la parola fine alla cosiddetta “quarantena editoriale”.
Due inediti in uno
Il volume La grande Milano tradizionale e futurista contiene due scritti autobiografici inediti del poeta.
Il primo dà il titolo al libro e ha per protagonista, com’è facilmente intuibile, la città di Milano, ma anche la vita politica e letteraria di Marinetti.
Il secondo, Una sensibilità italiana nata in Egitto, è incentrato invece sui ricordi della sua infanzia in Egitto, ma anche sui suoi viaggi all’estero, in Russia e in Sud America, e sugli incontri con personalità della cultura e dell’arte.
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1 Termine usato spesso da Marinetti, vedi per esempio “Il poema dei giocattoli guerreschi”, manifesto del dicembre 1940.
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Incipit de La grande Milano tradizionale e futurista
1. Un Egitto italiano in Lombardia
La grande Milano tradizionale e futurista coi suoi sentimenti pensieri meccanizzati e le sue macchine pensanti che io mi accingo ad elogiare aeropoeticamente è sempre per tutti gli italiani la centrale delle energie e degli ottimismi d’Italia
È anche mia consanguinea perché sono un aeropoeta nato in Alessandria d’Egitto da madre milanese figlia di un professore dì letteratura di Via Monforte e da padre vogherese avvocato originario di Pontecurone dove famiglie di viticultori portano l’onorato nome di Marinetti come lo portano gli autobus di Bahia Bianca in ricordo dei clamorosi trionfi del Futurismo e dei suoi non micidiali scontri colla gramigna peronospora delle folle passatiste
Lubrificata così con olio d’oliva e olio di ricino la mia memoria godo nell’evocare significativi eccitanti stati d’animo
Seducentissimo quello di una tavolata al Ristorante Savini signoreggiata come i rosei verdi azzurri flutti del Mediterraneo da un’autentica venere italiana Lina Cavalieri la più bella ventenne donna nel mondo ex piegatrice di giornali del quotidiano romano «La Tribuna» popolana dal corpo cesellato e dalla intelligenza rimbalzante ed elementare tale da garantire trionfi eroticosentimentali-artistici e celebrità all’estero
Viene favorita da una brezza finanziaria nella sua qualità di alta snella bianca vela da regata e il Principe Sciarra che con Florio si alterna al timone la drizza a Parigi con scalo a Milano la quale da adolescente città si commuove
I vecchi milanesi asseriscono che sensibile era già questa nostra città nel 1851 quando Emilio De Marchi la descriveva «coi contrad strett in bisseura dent e feura sul gust d’una ragnera» bastioni signoreggiati da ippocastani spalti assaliti da orti pingui valvolati da acque giulive pioppi salici passeri sognatori di urbanismi sontuosi oleose cucine e rogge pigre
Queste sono lente nel solleticare un benessere cittadino ma collaborano allo zelo schiumoso e verdeggiante di molti mulini scolpiti nella quercia borchiati di rame come galere romane e pronti a infarinarsi di gioia quando l’aurora inonda d’oro illusorio le piazze dove ignoti di marmo mendicano gloria
Fumano d’ambizione i gialli crepuscoli grassi allumacati fra gelsi zaffate sapori di stalle e non riesce a scoraggiarli uno stellato sillogizzatore
- La grande Milano tradizionale e futurista
- Mondadori
- 1969
- 366 pagine
- Lire 3000
- Marinetti e il problema ambrosiano – Prefazione di Giansiro Ferrata
- Nota ai testi
- Cronologia
- La grande Milano tradizionale e futurista
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- Un Egitto italiano in Lombardia
- Loggioni studenteschi futuristi comunisti squadristi
- Martellanti ritmi di metallurgia chimica e eleganza femminile
- Palcoscenici di idee arte voci sublimati amori
- Il Naviglio del Passato specchia i Promessi Sposi
- Milano centrale di Poesia futurista mondiale
- Il Futurismo
- Piazze e Angoli di produttività interventismo cazzotti revolverate simultaneità politiche artistiche evasioni nell’Assoluto
- Il patriottismo milanese
- Verdi orli palpitanti di Milano
- Laghi e cani di Lombardia insegnano l’amicizia e la fedeltà
- Una sensibilità italiana nata in Egitto
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- Una sensibilità italiana nata in Egitto
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- La Principessa di Monaco Isidore Lara Medardo Rosso Wells e Boccioni
- Zola mi ossessionava
- I poliziotti letterari e il mio professore di filosofia
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- Il bosco di Provenza ove nacque il manifesto «Uccidiamo il Chiaro di Luna»
- Parole in libertà ispiratemi da un’insonnia in una città della Renania
- Sensibilità futurista della Potsdamplatz di Berlino
- La declamazione marciante simultanea e le signore londinesi
- Poetesse attrici e poeti a Marsiglia
- Il mio poema «I Vecchi Marinai» premiato al Teatro Sarah Bernhardt
- Il primato della aeropoesia della aeropittura e della aeromusica
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- I Poeti futuristi bolscevici
- Simultaneità del «Tamburo di fuoco» e del trionfante maestro Silvio Mix e del «Bombardamento di Adrianopoli» a Sofia Parigi Praga
- Note
- Indice dei nomi
- Indice delle illustrazioni