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Lussuria Velocità

Lussuria-Velocità

Lussuria Velocità è una raccolta di poemi e poesie del 1921, parziale traduzione italiana, a cura di Decio Cinti, di una precedente opera di Marinetti, La Ville charnelle del 1908. Cambia dunque il titolo nell’edizione italiana: non “La città carnale”, ma un titolo che evoca sia l’erotismo sia il dinamismo, uno dei miti futuristi.

Parziale perché sono esclusi la poesia “Mon coeur de sucre rouge” e 12 dei 13 “Dithyrambes” (“A mon Pégase” è presente, tradotto “All’Automobile da corsa”).

Nell’edizione italiana compare anche il manifesto “La nuova Religione-Morale della Velocità” (dell’11 maggio 1916), che manca ovviamente nell’edizione francese.

La prima edizione aveva una tiratura di 1000 copie numerate.

Scopri l’opera

Incipit di Lussuria-Velocità

1. Il viaggiatore stregato

Per domare i Simun che vengon dall’inferno
con gesti pazzi squarciando
i loro ampi mantelli di sabbia,
io corsi, saltai, con la velocità incalcolabile
d’un raggio che sulle onde rimbalzi.

Per raggiunger la Notte, sdraiata sulle campagne
superai la catena immensa delle montagne;
e mi fu dato calpestare la Notte,
coi miei passi monotoni,
la Notte, tutta di miele, nauseabonda di caldo,
che la luna, strisciando, col suo fiele avvelena.

Io precedetti la marcia penosa della Terra,
siccome un giocoliere che ritto cammini
sull’oscillare d’una palla ruzzolante.
Vinsi l’Orsa Maggiore,
e superai nella corsa l’Aurora infantile,
così che ormai posso rallentare il mio andare
fra questi neri palmizi da cui filtran l’azzurro
e il serico fruscio del bel mare africano.

Già i miei piedi spezzati assaporano
il languore e l’abbandono di questa spiaggia fidente.
Il mio estatico orecchio evoca le cascate
sonore della ghiaia dai flosci scoppi di risa,
ed ora, nella bruma attenta dell’alba,
i miei occhi finalmente possono
contemplare il tuo profilo,
opulenta Città dalle curve femminee,
Città che hai biancori di carne
procaci alla mia bocca,
là, sul tuo letto odoroso di orti assopiti
profumati di menta, di gelsomino e di ribes.

Sonnecchia ancora, la Città pigramente seduta,
offrendo il dorso alle calde carezze dell’Aurora
il cui roseo fiato viaggia sui flutti
e sfiora i pascoli al sommo delle colline.
Stira con grazia la sua nudità,
velata in parte dagli abbondanti capelli
che l’annubilan tutta, ondeggiando
sul versante della sua schiena,
simili ai fogliami dei giardini pensili.
E il suo corpo s’ingemma
di fine rugiada notturna
e del sudore delle lente delizie
che lungamente bevve alle labbra degli Astri.

Ad un tratto, laggiù, sull’orizzonte marino,
pesantemente il gran Sole mulatto
agita la sua testa imbrattata di sangue
e la sua chioma arruffata
accesa di fuoco e di monete vermiglie.
Il suo torso tatuato emerge dal mare
grondando rosso come se uscisse
da un bagno di porpora… E poi
egli si rizza d’un balzo, puntandosi alle nuvole,
per mirare la rosea Città
e chinandosi ardisce accarezzarle i fianchi,
così che le bianche sue mura
fremono di voluttà.

  • Lussuria-Velocità
  • Modernissima – Casa Editrice Italiana
  • 1921
  • 174 pagine
  • Lire 10
  • LA CITTÀ CARNALE
    • 1. Il Viaggiatore stregato
    • 2. Le Moschee desideranti
    • 3. Il Sole mulatto
    • 4. La Grotta amorosa
    • 5. Il mio cuore cantò
    • 6. Le lucertole sacre
    • 7. L’Aratore e i Colombi
    • 8. Le benjohs della disperazione e dell’avventura
    • 9. I trapezi del Vento
    • 10. La Città caracollante
  • PICCOLI DRAMMI DI LUCI
    • Le Viti pazze e la Levriera del firmamento
    • La Vita delle Vele
    • Il Direttore si diverte
    • La morte delle Fortezze
      • 1. Le Carene civette
      • 2. L’inutile saggezza
      • 3. La Vittoria dell’Aurora
    • La follia delle Casette
    • Le Barche morenti
    • L’Aurora giapponese
    • Le Cortigiane d’oro
    • La Sera e la Città
    • La Morte della Luna
  • ALL’AUTOMOBILE DA CORSA
  • LA MORTE PRESE IL VOLANTE
  • LA NUOVA RELIGIONE-MORALE DELLA VELOCITÀ (Manifesto futurista)