Re Baldoria è una tragedia satirica in 4 atti del 1910, traduzione dal francese di Decio Cinti della precedente Le Roi Bombance, uscita 5 anni prima.
Il dramma, come dichiara l’editore nel volume, fu rappresentato il 3 aprile 1909 al Théâtre de l’Œuvre di Parigi, diretto da A.F. Lugné-Poe e interpretato dallo stesso Lugné-Poe (Anguilla) e da Claude Garry (L’Idiota), Jehan Adès (Re Baldoria), Henri Perrin (Fra Trippa), Pierre Rameil (Famone), Maxime Lery (Soffione), M.lle Ève Francis (Santa Putredine), M.lle Sephora (Ptiokarum).
Marinetti con ironia dedica l’opera ai “Grandi Cuochi della Felicità Universale Filippo Turati, Enrico Ferri, Arturo Labriola”, ai cui contraddittori aveva assistito a Milano nel 1904.
Il personaggio di Re Baldoria è ispirato all’Ubu roi di Alfred Jarry (1873-1907), opera teatrale del 1896 e prima parte di un ciclo dedicato al Re Ubu.
Scopri l’opera
Incipit di Re Baldoria
Atto I. I guatteri sacri
Questo atto si svolge in mezzo al gran parco reale, in una vasta spianata formata dal viale di mezzo, che si prolunga, verso il fondo della scena, fino al Castello dell’Abbondanza. In fondo, a cento metri dalla ribalta, s’erge il castello, le cui vetrate ogivali lustreggiano e che somiglia esattamente a un colossale pasticcio scintillante, con merli di zucchero roseo e con quattro torricciuole verdi dalle feritoie bianche da cui sembra trabocchi del lattemiele. I marmi carnicini della scalea, qua e là coperti d’una vegetazione fruttifera, attirano lo sguardo, allettandolo, verso l’estremità del viale.
Il castello e il parco reale sella dominati da enormi e appetitose architetture digradanti sullo sfondo del cielo. Sembrano, da lontano, colonnati di cioccolatta, terrazze imbutirrate d’oro, balconi di torrone traforato e verande ornate di festoni di frutti canditi, che pendono perpendicolarmente dalle nuvole.
È un saporoso meriggio di maggio, color di miele, tutto profumato.
ANGUILLA
avvicinandosi a Famone, mentre il suono cupo delle campane s’effonde ampiamente nell’aria dorata di sole:
Dunque?… Che c’è di nuovo?
GLI AFFAMATI
circondando Faraone:
Chi è morto?
Si vede uscire dalla porta del castello reale un corteo di guatteri, che scende i gradini della scalea e s’avanza lentamente verso la ribalta. I guatteri sono armati di lunghi spiedi che essi battono sul suolo in cadenza, per aprirsi un varco nella folla. Frattanto, a sinistra, echeggiano innumerevoli voci femminili, roche e dolci, i cui canti alternati si confondono col brusio di una folla scalpicciante.
VERMICELLO
entrando, stravolto e ansante:
Sia lodato Iddio!… Che fortuna!… Purché non torni più, quella bagascia!…
SOFFIONE
entrando da sinistra:
Le donne, se ne vanno tutte insieme!… Emigrano pel regno dei Baccelloni. Benissimo!… Ascoltate, amici miei…
GLI AFFAMATI
circondando Soffione:
Parla!… Parla!…
SOFFIONE
con enfasi:
Amici! Vi annunzio che la causa di tutte le nostre indigestioni è abolita. Lo stomaco sociale è salvo, poiché le donne ci lasciano… Quanto alla conservazione della specie… che importa pensarci, prima che sia stato risolto il gran problema intestinale del mondo?…
- Re Baldoria
- Fratelli Treves
- 1910
- 270 pagine
- Lire 3,50
- Personaggi
- Atto Primo – I guatteri sacri
- Atto Secondo – I cuochi della felicità universale
- Atto Terzo – L’orgia
- Atto Quarto – Santa Putredine