Scrive Marinetti nella concisa prefazione de Il club dei simpatici, del 1931:
In questo romanzo futurista ho voluto realizzare:
1. – Una anatomia della morale con un accurato sezionamento degli orli vivi ed elastici del male.
2. – Una elettrochimica dell’Amore osservato in molte coppie di pile elettriche umane.
3. – Una psicologia degli aeroplani ed un primo impiego del Dizionario Aereo Marinetti Azari per elogiare l’aviazione.
Il concetto di pila elettrica era già apparso nel romanzo Come si seducono le donne, pubblicato nel 1918:
Considerare la donna come una sorella del mare, del vento, delle nuvole, delle pile elettriche, delle tigri, delle pecore, delle oche, dei tappeti, delle vele.
E comparirà ancora in un aeropoema inedito.
Romanzo futurista, dunque, ma anche umoristico. In appendice Marinetti inserisce una parte intitolata “Il futurismo giudicato in Italia e all’estero”, con commenti di vari personaggi, fra cui Mussolini e Ezra Pound.
Nel 1939 Marinetti darà alle stampe una versione con alcune varianti del romanzo, che intitolerà Patriotismo insetticida.
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Incipit de Il club dei simpatici
La Villa Urò sotto la pioggia giustiziera
Nel buio sotterraneo delle cantine senza vino della Villa Urò, il passo lento e pensante di due magistrati armati di lanterne cieche i cui raggi flessibili frugavano. Ad una svolta, incrociandosi, dal basso in alto, accesero e profilarono due corpi.
Urò è una lunga vite nera con un capocchione di calvizie lucente. Paranza è una sferica rosea caldaia che emana e scioglie nell’aria vaporosi gesti fluttuanti.
Una zazzera di fumo grigio incornicia la sua testa a tappo di zucchero velata da una nebbiolina di sorrisi delicatissimi. Quando cammina testa e zazzera oscillano, vogliose di correre sull’arco d’orizzonte lieto delle braccia aperte. Le gambe invitano la pancia a rotolare per terra senza di loro.
Gli occhi hanno labbra di palpebre per succhiare la luce. La bocca ha molte pupille dentate per fissare. Veste un panno di spessa bontà color indulgenza plenaria.
– Siamo nell’Archivio dei Grandi Processi Ermetici, stride Urò.
Paranza
Ciò mi spiega la ribalderia dei topi e la loro ghiottoneria fra tante leggi inacidite, delinquenza svaporate e cartacce saporite!
Urò
Caro Paranza, ammira, ora, la macchina elettrica che permette a me, coricato nel mio letto caldo, di fare scattare, senza spostarmi, colla pressione del dito medio, la tremenda trappola costruita nel giardino, sotto la griglia e che attanaglia il ladro tutto gelato di pioggia notte vento pericolo.
Paranza
Non temi che, per eccesso di zelo, abbranchi un tuo amico onesto?
Urò
Tu sei il mio solo amico.
Paranza
Ma poiché non dormo nel tuo letto sono anch’io una tua preda notturna…
Di scala in scala, di corridoio in corridoio, nel risalire a galla, un crescente brusio rumore frastuono di pioggia distrasse i due magistrati dalla complicazione dei tubi vendicativi e dalla turbolenza dei topi legislatori.
Diluvio.
La villa del giudice Urò non era amata dal cielo. Forse perchè carica d’una pericolosa giustizia antiterrestre. Occorreva inumidirla inzupparla.
Diluvio di lampi tuoni pioggia bestemmie e bromo, lamenti infiniti. Odio torrenziale. Di tanto in tanto, s’apre la bocca grondante della notte e scoppia fuori il muto spavento bianco della villa scagliata giù come un dado disperato sulla spiaggia vinta battuta frustata schiacciata dal Mare.
- Il club dei simpatici
- Hodierna Editrice
- 1931
- 188 pagine
- Lire 12
- Prefazione
- La Villa Urò sotto la pioggia giustiziera
- La Società di benificenza
- Il vetriolo
- La notte d’amore
- La cuoca
- I simpatici
- Mario La Bella
- Elettrochimica di una festa da ballo
- Volo di magistrati migratori
- L’Isola dei cannibali
- Il banchetto legislativo
- Riforme culinarie
- Verso una nuova morale cannibale
- Un capitoletto del nuovo codice Paranza
- Il futurismo giudicato in Italia e all’estero