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Il delizioso pericolo

Il delizioso pericolo

Il delizioso pericolo è un volumetto interamente dedicato a Marinetti, un numero speciale della rivista «Racconta Novelle», pubblicato il 15 dicembre 1920.

È un’antologia che comprende un’inedita autobiografia e 7 racconti presenti in altre pubblicazioni a partire dal 1908. Due racconti, comunque, sono inediti in italiano, essendo già apparsi soltanto in francese:

  1. “Un ruffiano arabo”, presente con il titolo “La mort de Mohamed-El-Ragel” nel numero 3 del 10 marzo 1908 di ISIS
  2. “La morte prese il volante”, presente in La ville charnelle, 1908

I racconti già pubblicati in italiano sono:

Scopri l’opera

Incipit de Il delizioso pericolo

Un ruffiano arabo

Era ancora un po’ buio, quando il treno si fermò alla stazione di Kafer el Zayat, piccola tettoia di legno imbacuccata di banani, in riva al Nilo invisibile.

Mohamed el Raged. il mezzano dello Stato Maggiore inglese, che mi era stato raccomandato con tanto calore da sir Ward, ci aspettava per condurci al convegno di caccia e… per farci gli onori erotici del villaggio.

Lo rivedo ancora nella mia memoria, come se fosse cosa di ieri, chiassoso e cerimonioso, inchinarsi, tenderci la mano, avvicinarsi agilmente alla bocca le nostre dita, e gridare ordini imperiosi ai nostri due negri, portatori di vettovaglie.

Quel gran sacripante dinoccolato ci sedusse tutti, fin dal primo momento. Simpatica faccia color cioccolata, grandi occhi neri, intelligenti e placidi e gran naso adunco.

Mohamed ci precedeva a grandi passi, facendo ballare il fiocco nero del suo fez e indicandoci la strada con un gesto maestoso. Certo egli aveva un aspetto assai nobile, nella tua galabieh sventolante, di crespo nero, semiaperta su una tunica attillata di seta a righe gialle-canarino e verdi-pistacchio.

Eravamo dieci cacciatori appassionati: tre greci, cinque inglesi e due italiani, tutti desiderosi di uccidere almeno cento quaglie, lontano da Alessandria, resa inabitabile dalle feste del Bahiram. Capanne cubiche ci apparvero dapprima ai due lati della strada; capanne quasi interamente costruite col fango del Nilo, giallastre e circondate da giardini minuscoli. Poi, boschetti di palme ai profilarono sull’orizzonte albeggiante.

Alba triste, stanca e disillusa. Sulla campagna fosca era effuso un silenzio di morte. Lentamente il cielo si striava d’argento verdognolo. Oltre i campi coltivati, l’ondulazione delle sabbie si coloriva delicatamente di viola alle carezze della luna declinante. Una luna calda e molle, color di ruggine gialla, calava, come una goccia d’oro, verso il mare lontano.

Piantagioni di banani soffocarono la strada, e ci sentimmo deliziosamente bagnati dalla freschezza profumante dei verzieri.

Una tenda di beduini frastagliò il pallore del cielo, apparendo in lontananza, simile ad un enorme vampiro dalle ali membranacee spiegate e inchiodate a terra.

Con curiosità, io studiai la bizzarra geometria delle sue tele rappezzate, delle sue balzane arlecchinesche d’ocra sporca e di ruggine, che si arrotondavano al vento del deserto come vecchie carene.

  • Il delizioso pericolo
  • “Racconta novelle”, a. II, n. 29
  • Casa editrice Vitagliano
  • 15 dicembre 1920
  • 48 pagine
  • Autobiografia
  • Un ruffiano arabo
  • Il delizioso pericolo
  • La donna e la complicazione
  • Una favolosa indigestione
  • Il racconto di Mazzapicchio
  • La morte prese il volante
  • La vacca malata e i giovani eroi