La notorietà del movimento futurista fu tale che molti ne approfittarono cavalcando quell’onda e abusando del nome e anche dei futuristi per farsi pubblicità.
In un articolo intitolato “Gli sfruttatori del Futurismo”, apparso sulla rivista «Lacerba» il 1° aprile 1914, Marinetti fu così costretto a intervenire per mettere in guardia il pubblico su quelle contraffazioni.
Nell’articolo Marinetti avvisò che serate e conferenze futuriste dovessero essere imperniate su 6 fondamentali questioni, che furono sviluppate nei primi 22 manifesti futuristi.
1) Demolizione sistematica del passatismo
È il principio su cui si fonda il Futurismo. Ogni manifesto, a cominciare da quello di fondazione, ha ribadito la volontà e la necessità di liberarsi del passato, dell’anticume, sostenendo il bisogno di rinnovarsi.
In verità io vi dichiaro che la frequentazione quotidiana dei musei, delle biblioteche e delle accademie (cimiteri di sforzi vani, calvarii di sogni crocifissi, registri di slanci troncati!…) è, per gli artisti, altrettanto dannosa che la tutela prolungata dei parenti per certi giovani ebbri del loro ingegno e della loro volontà ambiziosa. Per i moribondi, per gl’infermi, pei prigionieri, sia pure: – l’ammirabile passato è forse un balsamo ai loro mali, poiché per essi l’avvenire è sbarrato… Ma noi non vogliamo più saperne del passato, noi giovani e forti futuristi!
E vengano dunque, gli allegri incendiarii dalle dita carbonizzate! Eccoli! Eccoli!… Suvvia! date fuoco agli scaffali delle biblioteche!… Sviate il corso dei canali, per inondare i musei!… Oh, la gioia di veder galleggiare alla deriva, lacere e stinte su quelle acque, le vecchie tele gloriose!… Impugnate i picconi, le scuri, i martelli e demolite senza pietà le città venerate!1
Il Futurismo è l’antitesi del passatismo. La demolizione fu davvero sistematica, poiché il Futurismo toccò praticamente tutti i campi possibili: pittura e scultura, musica, architettura, cinema e teatro, cucina, politica, ecc.
2) Parole in libertà
Con le parole in libertà – definite anche paroliberismo – Marinetti creò uno stile innovativo, originale, che rivoluzionò la narrazione. Fu un altro modo per svecchiare la società, svecchiando quindi la scrittura e, dunque, la comunicazione.
Manate di parole essenziali susseguentisi senza alcun ordine convenzionale. Unica preoccupazione del narratore: rendere tutte le scosse e tutte le vibrazioni del suo io.”2
«L’immaginazione del poeta» scrisse Marinetti «deve allacciare fra loro le cose lontane senza fili conduttori, per mezzo di parole essenziali ed assolutamente in libertà.»
La libertà, nella narrativa come nella poesia, fu totale: l’uso del verbo all’infinito rappresentava «la velocità stessa dello stile», donando una maggior scorrevolezza al periodo.
3) Dinamismo plastico
Qui entriamo nel campo della pittura e della scultura. Il manifesto “Dinamismo plastico” fu scritto da Umberto Boccioni nel 1913.
Secondo Boccioni, il dinamismo – concetto perfettamente coerente con il “Manifesto del Futurismo”, che al punto 4 dice: «Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità.» – avrebbe portato l’arte a «un piano ideale superiore»3, poiché esprimeva l’epoca di quegli anni, caratterizzata da velocità e simultaneità.
Il dinamismo è continuità dinamica e la forma dinamica, dice Boccioni, è «una specie di quarta dimensione, in pittura e scultura».
Il dinamismo plastico fu contro la staticità della vecchia pittura, che mostrava una sorta di fermo immagine della scena: il Futurismo si poneva l’obiettivo di mostrare il movimento, una scena viva.
4) Musica pluritonale senza quadratura
La quadratura, in musica, rappresenta uno stile compositivo classico, dove il cosiddetto periodo musicale è costituito da quattro frasi musicali. Potevano i futuristi mantenere in musica qualcosa che suonasse come un classico, dunque antico vecchio putrido?
Ed ecco che il musicista Francesco Balilla Pratella scrive il manifesto “La distruzione della quadratura”: la musica futurista, sostiene Pratella, ha una libertà assoluta di ritmo.
La quadratura, con le sue simmetrie e cadenze di piccola danza borghese, viene distrutta e sostituita dall’intuizione libera di relazioni ritmiche istintive e simpatiche.4
Pratella rimpiazzò anche la vecchia terminologia, andante, allegro, allegretto, ecc., con termini che dovevano dipendere dallo stato d’animo dell’artista, per esempio “lento e fantastico”, “vivo e festoso”.
5) Arte dei rumori
Dalla musica al rumore. Che cos’è il rumore, se non una perturbazione sonora fastidiosa sgradevole inelegante? Non è musica, ma al contempo è la musica della tecnologia, delle macchine, del progresso, del futuro.
Pratella aveva portato a delle innovazioni nella musica. Luigi Russolo, nel suo manifesto “Larte dei rumori”, si rivolge proprio a lui, come il solo che possa crearla, perché logica conseguenza delle sue meravigliose innovazioni.
Secondo Russolo, il «suono-rumore» è l’evoluzione di musiche sempre più complesse, parallelamente al moltiplicarsi delle macchine, che ormai convivono con l’uomo e ne sono parte integrante della vita.
Per rappresentare al meglio le emozioni che porta il mondo tecnologico non basta più la musica, ma occorre appunto l’arte dei rumori. Russolo individuò sei famiglie di rumori, che avrebbe attuato l’orchestra futurista.
Noi vogliamo intonare e regolare armonicamente e ritmicamente questi svariatissimi rumori. Intonare rumori non vuol dire togliere ad essi tutti i movimenti e le vibrazioni irregolari di tempo e d’intensità, ma bensì dare un grado o tono alla più forte e predominante di queste vibrazioni.5
6) Programma politico futurista (nazionalismo antitradizionale)
I futuristi in politica! Il manifesto del “Programma politico futurista” fu firmato da Marinetti, Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo.
Italia sovrana assoluta.- La parola Italia deve dominare sulla parola Libertà. Tutte le libertà, tranne quella di essere vigliacchi, pacifisti, anti-italiani.6
Nel manifesto si ribadiva il carattere antimonarchico e anticlericale del Futurismo. Ricordiamo che Marinetti uscì dai Fasci Italiani di Combattimento proprio perché Mussolini non aveva accolto le pregiudiziali della repubblica e dello svaticanamento dell’Italia.
Il nazionalismo era definito fin dalle prime battute del manifesto:
Politica estera cinica, astuta ed aggressiva. – Espansionismo coloniale. – Liberismo. Irredentismo – Panitalianismo. – Primato dell’Italia.
Un nazionalismo antitradizionale poiché il programma doveva vincere, fra l’altro, il «Patriottismo tradizionale e commemorativo».
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1 “Fondazione e manifesto del Futurismo” (1909).
2 “L’immaginazione senza fili e le parole in libertà” (1913).
3 “Dinamismo plastico” (1913).
4 “La distruzione della quadratura” (1912).
5 “L’arte dei rumori” (1913).
6 “Programma politico futurista” (1913).
Sono un appassionato di opere di F.T. Marinetti e di Futurismo in generale. Nella vita scrivo articoli per blog, curo testi per siti aziendali e correggo bozze. Ho curato un aeropoema inedito di Marinetti.