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La poliedricità di Marinetti vive nelle numerose forme letterarie sperimentate dal poeta, a cominciare, appunto, dalla poesia. La scrittura assumeva uno dei canali preferiti da Marinetti per rivoluzionare l’arte, diffondere le sue idee e promuovere le opere di altri futuristi.

Non sostituiva la parola, beninteso: Marinetti fu anche dicitore e declamatore, così come “dettatore” di alcuni suoi scritti a familiari, colleghi, amici.

Marinetti, un autore poliedrico come pochi, insomma. Le tipologie di attività autoriali in cui si è cimentato – 19! – sono qui elencate in ordine cronologico.

Poeta (combattente) dall’inizio alla fine

Risale al 1887 la prima poesia scritta da Marinetti, “Le lierre” (L’edera), anche se non apparve in una rivista ma soltanto nell’album di famiglia.

Tuttavia, il suo primo libro è il poema La Conquête des Étoiles, pubblicato nel 1902 per le Éditions de la Plume.

Nella sua attività letteraria, fra opere pubblicate in vita e postume, Marinetti, come autore singolo o con altri poeti, ha prodotto 29 libri poetici, quasi il 34% del totale.

L’ultima opera che scrisse in vita – Quarto d’ora di poesia della X Mas (Mondadori, 1945) – fu un poema, che rappresentò anche la prima opera postuma che apparve, e l’ultima che pubblicò – L’aeropoema di Cozzarini (Edizioni Erre, 1944) – fu ancora un poema.

Saggista

Marinetti pubblica il suo primo saggio nel 1903, D’Annunzio intime, per le Edizioni del Giornale “Verde e Azzurro”, opera che poi amplierà in Les Dieux s’en vont, d’Annunzio reste cinque anni dopo.

Il saggio successivo, del 1909, è l’Enquête internationale sur le Vers libre, l’inchiesta che il poeta aveva lanciato sulla rivista «Poesia», che uscì infatti per le Edizioni futuriste di “Poesia”.

Fra il 1917 e il 1937 Marinetti pubblica altri 6 saggi. Uno in particolare ha molto successo: Come si seducono le donne (Edizioni dell’Italia Futurista, 1917), specialmente per i soldati al fronte, e un altro fece molto discutere, La cucina futurista (Sonzogno, 1932).

La summa delle idee politiche di Marinetti, invece, è in Democrazia futurista, il saggio che pubblicò nel 1919 per Facchi Editore, in cui, oltre a capitoli contro tutto ciò che il poeta ritiene passatista, si parla di patriottismo, di governo, di riforme sociali, di diritti dei combattenti.

Drammaturgo

È il 20 giugno 1905 quando Marinetti dà alle stampe il suo primo dramma, Le Roi Bombance, per i tipi della Société du Mercure de France, che soltanto 5 anni più tardi uscirà in versione italiana con il titolo Re Baldoria per i Fratelli Treves.

Da quel momento il teatro avrà un ruolo importante nell’opera di Marinetti. Il dramma successivo, Poupées Électriques, esce soltanto nel 1909 (la cui traduzione italiana si avrà molto più tardi con Elettricità sessuale nel 1920).

Ma a partire dal 1913 assistiamo a una maggiore continuità negli sforzi del poeta non solo nella drammaturgia – nel 1915 e nel 1916 escono due volumi del Teatro futurista sintetico, pubblicati dall’Istituto Editoriale Italiano, e due drammi (Il tamburo di fuoco, Sonzogno 1922 e Prigionieri e vulcani, Casa Editoriale Vecchi 1927) – ma anche nella definizione delle linee programmatiche che caratterizzeranno il teatro futurista.

Marinetti infatti firma 7 manifesti dedicati al teatro fra il 1913 e il 1938, quattro dei quali in collaborazione con altri futuristi.

Romanziere

Il primo romanzo pubblicato da Marinetti è in lingua francese e risale al gennaio 1910, Mafarka le futuriste, per la casa editrice E. Sansot & Cie.

In Francia ha successo, ma in Italia, quando nel mese di aprile esce la versione italiana – Mafarka il futurista, per le Edizioni futuriste di “Poesia”, tradotto dal suo segretario Decio Cinti – Marinetti si vede processato per oltraggio al pudore, con il sequestro delle copie.

Due anni dopo, nel giugno 1912, pubblica un secondo romanzo, anch’esso scritto in francese, Le monoplan du pape, per la medesima casa editrice Sansot. Per la versione italiana, L’Aeroplano del Papa, si dovrà attendere il 1914.

Il 15 agosto 1918 è la data in cui Marinetti pubblica il suo primo romanzo in collaborazione con un altro autore: Bruno Corra. L’isola dei baci viene pubblicato dallo Studio editoriale lombardo.

Seguiranno altri romanzi scritti a più mani:

  • Un ventre di donna con Enif Roberts (Facchi Editore, 1919);
  • Lo Zar non è morto con altri 9 autori (Edizioni dei Dieci – Sapientia, 1929).

Nel 1919 esce anche 8 anime in una bomba per le Edizioni Futuriste di “Poesia”, ispirato alla Prima guerra mondiale, come lo sarà anche L’alcova d’acciaio del 1921 per la Casa editrice Vitagliano.

Di ispirazione africana è invece Gli indomabili del 1922, per le Edizioni futuriste di “Poesia”.

Nel 1931 esce il romanzo futurista Il club dei simpatici, che vedrà una versione modificata nel 1939 con Patriotismo insetticida.

Escono postumi tre romanzi del poeta, uno dei quali, Firenze biondazzurra sposerebbe futurista morigerato (Sellerio, 1992), è scritto a 4 mani con Alberto Viviani.

Di ispirazione bellica – questa volta sulla Seconda guerra mondiale – è Originalità russa di masse distanze radiocuori (Voland, 1996) nato dall’esperienza del poeta nella campagna di Russia.

L’ultimo romanzo del poeta a esser pubblicato è Venezianella e studentaccio (Mondadori, 2013), ambientato appunto nella città lagunare, dove Marinetti si trasferì nell’ottobre 1943.

Articolista

Marinetti inizia l’attività di articolista già alla fine dell’Ottocento, quando collabora con alcune riviste francesi, e prima ancora, nel 1894, nella sua rivista «Le Papyrus».

Un primo volume che raccoglie i suoi articoli – alcuni sono versioni ampliate di manifesti – appare nel 1911 per Sansot, in francese: Le Futurisme.

Due altri interessanti volumi, incentrati sempre sul Futurismo, appartengono agli anni Venti: Futurismo e Fascismo (Franco Campitelli editore, 1924) e Marinetti e il futurismo (Edizioni Augustea, 1929).

Manifestista

Il termine manifestista compare raramente e sempre come aggettivo, ossia relativo ai manifesti. In piena tradizione marinettiana coniamo il sostantivo manifestista, riferendoci all’arte di far manifesti, come lo stesso Marinetti si espresse.

Il poeta compose oltre 100 manifesti, come unico autore e in collaborazione con altri, a partire dal 1909, con il ben noto Manifesto di Fondazione del Futurismo, fino al 1944, anno della sua morte.

Tre manifesti escono perfino in volume:

  1. Uccidiamo il chiaro di Luna! (Edizioni futuriste di “Poesia”, 1911);
  2. Guerra sola igiene del mondo (Edizioni futuriste di “Poesia”, 1915);
  3. Al di là del comunismo (La Testa di Ferro, 1920).

Una prima raccolta di manifesti futuristi esce per Lacerba nel 1914, I Manifesti del futurismo, e una seconda, in 4 volumi, nel 1919, Manifesti del Futurismo, pubblicata dall’Istituto Editoriale Italiano.

Elzevirista

È il 12 ottobre 1911 quando Marinetti – in occasione della guerra italo-turca scoppiata il 29 settembre – raggiunge Tripoli come inviato per il giornale francese «L’Intransigeant».

Dalla sua osservazione come corrispondente di guerra nacquero degli articoli, gli elzeviri, pubblicati dal 25 al 31 dicembre, che Marinetti riunì in volume: La battaglia di Tripoli uscì all’inizio del 1912 per le Edizioni futuriste di “Poesia” e in francese con il titolo La Bataille de Tripoli.

Prefatore (Collaudatore)

Nell’ottica futurista la prefazione deve assumere una sua denominazione che sia all’avanguardia e si adegui – come pittura, musica, poesia – all’innovazione per eccellenza: il volo aereo.

Non aeroprefazione, come ci si sarebbe aspettato, bensì collaudo. Come la prefazione si antepone alla lettura del libro – lo presenta ai lettori – così il collaudo di un aereo si antepone al volo – presentandolo al pilota dopo opportune verifiche.

Il primo volume collaudato da Marinetti è una silloge di vari poeti, Marinetti compreso, I poeti futuristi, edito nel 1912 dalle Edizioni futuriste di “Poesia”.

Almanacchista

Nel dicembre 1913 Marinetti, insieme ad altri 5 autori, pubblica l’Almanacco purgativo 1914 con la Tipografia di A. Vallecchi e C.

Difficile stabilire chi abbia scritto cosa. Secondo Ardengo Soffici – uno degli autori – l’idea venne a lui e a Giovanno Papini – altro autore – i quali, «presi in quell’aura d’allegro sconvolgimento di valori estetici e morali, avevamo concepito idea di una pubblicazione che ne fosse una gustosa e, diciamo cosi, scapigliata e burlesca espressione. La sua forma si era alla fine determinata in quella di un almanacco, ma di un carattere affatto particolare, il quale avesse insieme del popolaresco, del cinico, del grottesco, e soprattutto del divertente.»1

Parteciparono, oltre a Marinetti, anche Carlo Carrà, Aldo Palazzeschi e Luciano Folgore.

Paroliberista

L’11 maggio 1913 Marinetti firma il manifesto “L’immaginazione senza fili e le parole in libertà”. Con questo manifesto il poeta rivoluziona la sintassi e la tipografia, creando un innovativo modo di narrare, in cui l’immaginazione giocava un ruolo principale.

Il romanzo diveniva onomatopeico, si faceva dinamico grazie al verbo all’infinito che «nega per sé stesso l’esistenza del periodo e impedisce allo stile di arrestarsi e di sedersi in un punto determinato»2.

Ne nasce, nel 1914, l’opera considerata il primo libro parolibero e il primo libro d’artista della storia: Zang Tumb Tuuum, pubblicato dalle Edizioni futuriste di “Poesia”, opera ispirata all’assedio di Adrianopoli.

Diarista

A partire dal 1915 Marinetti, dal fronte, inizia a scrivere i suoi taccuini, registrando la sua esperienza quasi giornaliera nella Prima guerra mondiale, che lo vide partire volontario insieme ad altri futuristi.

Nei Taccuini 1915-1921, che furono pubblicati postumi dalla Società editrice il Mulino nel 1987, Marinetti utilizza diversi registri, passando da dettagliate descrizioni di operazioni belliche a testi sintetici, da racconti paroliberi a disegni estemporanei raffiguranti

Questi diari non rappresentano soltanto un grande contributo alla ricostruzione storica degli eventi bellici, ma ci mostrano anche il metodo di lavoro di Marinetti scrittore, che perfino in trincea e nei campi militari trovava l’ispirazione per le sue opere.

Traduttore

Due sono le opere tradotte da Marinetti. La prima in occasione del primo conflitto mondiale, quando l’Istituto Editoriale Italiano lanciò l’iniziativa dei “libri taschinabili”, opere di piccole dimensioni destinati ai soldati al fronte.

Marinetti fu presente con 3 opere in questa collana. Nell’ambito delle traduzioni uscì nel 1915 il volume Mallarmé Versi e prose.

Dopo questa traduttore dal francese, Marinetti si cimenta in una traduzione dal latino, pubblicando per la Società anonima Notari Istituto editoriale italiano, nel 1928, La Germania di Tacito.

Soggettista cinematografico

Purtroppo è andata perduta la pellicola del primo film sperimentale futurista, Vita futurista, uscito il 1° ottobre 1916 e scritto da Marinetti, Emilio Settimelli, Giacomo Balla e Bruno Corra.

Probabilmente fra il 1917 e il 1918 Marinetti scrisse un secondo soggetto, questa volta come unico autore, per un film intitolato Velocità, diretto da Arnaldo Ginna. La storia è divisa, casualmente, in 11 quadri.

Marinetti figura di nuovo anche come attore, assieme a Settimelli, Balla e Corra. Sono infatti 4 gli attori del copione, quattro fratelli futuristi:

  1. un ingegnere e ministro
  2. un tenente di fanteria
  3. un capitano di marina
  4. un pittore e soldato volontario

a cui si aggiunge una cugina ventenne.

Novelliere

Racconti e novelle sono presenti in varie opere di Marinetti, anche se molte storie sono capitoli estratti da altre opere:

  • Il delizioso pericolo, del 1920, speciale della rivista «Racconta Novelle»;
  • Scatole d’amore in conserva, del 1927, per le Edizioni d’arte Fauno;
  • Novelle colle labbra tinte, del 1930, per Arnoldo Mondadori.

Tuttavia possiamo datare il suo primo racconto, “Une soirée inoubliable”, alla fine del 1800, quando Marinetti era ancora ad Alessandria d’Egitto. Il racconto, fantastico, scritto in francese e firmato con lo pseudonimo Hespérus, era probabilmente destinato alla sua rivista «Le Papyrus», ma è rimasto inedito.

Possiamo quindi dire che è nel 1922 che appaiono dei racconti originali di Marinetti, nell’opera Gli amori futuristi – sottotitolato “Programmi di vita con varianti a scelta – pubblicato dalla Casa Editrice Ghelfi Costantino.

Biografo

Dello stesso anno, il 1922, è il primo saggio biografico di Marinetti, per la serie “Opera nazionale dedicata agli artefici della vittoria. I condottieri” della Società tipografica editoriale Porta di Piacenza.

Secondo volume della serie, Enrico Caviglia precede di ben 14 anni il successivo saggio biografico, questa volta dedicato a un personaggio della letteratura: Notari scrittore nuovo esce nel 1936 per la Società anonima Notari.

Se Caviglia aveva un legame bellico con Marinetti – entrambi tenenti di Artiglieria, entrambi partecipi di campagne in Africa – Notari, oltre all’amicizia con il poeta, è legato a Marinetti per aver subito un processo per oltraggio al pudore per un romanzo: il primo per Quelle signore, il secondo per Mafarka il futurista.

Il terzo e ultimo saggio biografico è ancora in tema letterario: nello stesso anno esce per Casella Editore L’originalità napoletana del poeta Salvatore Di Giacomo.

Critico (Misuratore)

Se le prefazioni erano state futuristizzate in collaudi da Marinetti, così le critiche divennero misurazioni.

Nel 1927 il poeta firmò infatti il manifesto “La misurazione futurista”, in cui sosteneva «che la critica nelle sue forme attuali usate dal giornale quotidiano non risponde più ai bisogni dello spirito moderno innamorato esattezza semplicità velocità e simultaneità»3.

Marinetti ideò una struttura per le misurazioni, diversa per le opere teatrali e per i libri:

  • Teatro: Autore – Concezione – Trama – Trovate – Esecuzione – Scenografia e luci – Pubblico.
  • Editoria: Autore – Architettura – Materiale vivo o documenti storici – Invenzioni e trovate – Stile e qualità narrative – Editore e lanciamento – Pettegolezzo.

La prima misurazione apparve il 16 gennaio 1927 sulla rivista «La Fiera letteraria», in cui Marinetti “misurava” Aria di Capri di Edwin Cerio.

Epistolarista

Un carteggio completo di Marinetti sarebbe un’opera colossale, vista la mole di lettere, cartoline e telegrammi che il poeta spediva ad amici, familiari, colleghi, collaboratori, ecc.

A partire dal 1969 e fino al 2019 sono state pubblicate 8 raccolte di lettere. Spesso era il suo segretario Decio Cinti a scriverle sotto dettatura, imitando la scrittura di Marinetti.

È interessante notare come Marinetti utilizzava l’epistola per fornire indicazioni tipografiche sulle opere da pubblicare, spronare alcuni autori appena entrati nel Futurismo, condividere speranze per l’entrata dell’Italia nel primo conflitto, raccontare episodi tipici degli scontri di piazza, parlare di scambi di libri pubblicati.

Dizionarista

Marinetti compilatore di dizionari? Anche questo. Nel 1929, insieme all’amico e pilota Fedele Azari, pubblica il Primo dizionario aereo con l’Editore Morreale.

L’opera si impose necessaria per italianizzare tutti i vocaboli aeronautici, poiché essendo «quasi tutti d’origine francese, sono espressioni approssimative se non errate e che i primi costruttori, meccanici e piloti, inventarono a casaccio spesso con rozza balordaggine»4.

Memorialista

Giunto quasi al termine della sua vita avventurosa, Marinetti inizia a lavorare su due memoriali a partire dal 1943, che usciranno postumi soltanto nel 1969.

Il primo, La grande Milano tradizionale e futurista, è ambientato nella città testimone di molta dell’attività letteraria e politica del poeta.

Il secondo, Una sensibilità italiana nata in Egitto, ci parla non solo degli anni dell’infanzia ad Alessandria d’Egitto, ma anche dei viaggi in Russia e in Sud America, dove Marinetti tenne conferenze sul Futurismo.

1 Ardengo Soffici, Fine di un mondo, Vallecchi editore, 1955, p. 335.

2 F.T. Marinetti, “L’immaginazione senza fili e le parole in libertà”, Direzione del Movimento Futurista, Milano 1913, in “Manifesti futuristi”, Accademia della Crusca e Fondazione Memofonte.

3 F.T. Marinetti, “La misurazione futurista”, La Fiera Letteraria, Roma 1927, in Manifesti futuristi, Accademia della Crusca e Fondazione Memofonte.

4 F.T. Marinetti, F. Azari, Primo dizionario aereo italiano, Milano, Morreale, 1929, p. 10

Commenti, fischi, applausi, zuffe

  • L'Orsa elettrica
    Pubblicato: 11 Luglio 2024 9:34

    Insomma un apripista 😉

    • Daniele Imperi
      Pubblicato: 11 Luglio 2024 11:50

      Sicuro, altri autori successivamente sono stati poliedrici come lui – ma forse non più di lui.

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