In genere si legge che il Manifesto del Futurismo fu pubblicato per la prima volta il 20 febbraio 1909 sulla rivista francese «Le Figaro», mentre in realtà la prima pubblicazione risale a due settimane prima, il 5 febbraio, sulla «Gazzetta dell’Emilia» di Bologna.
Da quel giorno, 5 febbraio 1909, sono trascorsi 115 anni. E del Futurismo e di Marinetti si parla ancora, a dispetto dei suoi detrattori, passati e attuali.
Un movimento totalizzante
Possiamo definire il Futurismo un movimento totalizzante?
La risposta è senz’altro affermativa: il Futurismo si pose come antitesi del passatismo, quindi come un movimento e un’ideologia rivoluzionari tendenti a rinnovare l’Italia nel suo complesso.
I primi nove articoli del Manifesto di Fondazione inneggiano alla violenza, alla lotta, alla guerra, al dinamismo e alla velocità, ma gli ultimi due sono rivolti all’innovazione e alla modernizzazione, al lavoro per costruire città più rivolte al futuro, nel pieno dell’industrializzazione ormai avviata.
La chiusa del manifesto riassume, nella sua veste metaforica, i propositi e gli obiettivi del Futurismo:
«Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!…»
I futuristi si pongono a un livello superiore rispetto ai letterati del passato (sulla cima del mondo) e da lì sfidano il futuro, certi di arrivare dove nessuno è mai stato, più in alto possibile (sfida alle stelle).
Una sfida non certo fuori luogo, né megalomane, poiché nel termine stesso di futurismo è compreso il balzo che i futuristi vogliono far compiere alla nazione, all’arte, alla letteratura, alla vita quotidiana.
Come nacque il Futurismo?
Ce lo dice Marinetti nell’incipit del Manifesto di Fondazione:
Avevamo vegliato tutta la notte – i miei amici ed io – sotto lampade di moschea dalle cupole di ottone traforato, stellate come le nostre anime, perché come queste irradiate dal chiuso fulgòre di un cuore elettrico. Avevamo lungamente calpestata su opulenti tappeti orientali la nostra atavica accidia, discutendo davanti ai confini estremi della logica ed annerendo molta carta di frenetiche scritture.
Chiunque sia stato a casa di Marinetti, in via Senato 2 a Milano, ne ricorda gli arredi con le lampade e i tappeti persiani che la famiglia, quando si trasferì a Milano da Alessandria d’Egitto, portò con sé.
La notte di cui parla Marinetti è quella del dicembre 1908, quando il poeta scrisse il manifesto, la cui stesura ha previsto più bozze (annerendo molta carta di frenetiche scritture).
Riguardo agli amici con cui ha vegliato in quella fatidica notte, probabilmente fu soltanto uno, secondo alcuni biografi: Paolo Buzzi (1874 – 1956), poeta, scrittore e traduttore, grande esponente del Futurismo e fra i primi firmatari del Manifesto di Fondazione, a cui Marinetti lesse il manifesto.
Cronologia dei manifesti futuristi per tematiche
Tanti i temi trattati dai futuristi nelle loro campagne per il rinnovamento dell’Italia in ogni settore. Qui di seguito un elenco forse non esaustivo delle tematiche dei manifesti futuristi:
- Inizio: “Manifesto di Fondazione del Futurismo”, F.T. Marinetti, 1909
- Tecnologia: “L’uomo moltiplicato e il regno della macchina”, F.T. Marinetti, 1910
- Pittura: “La pittura futurista”, Umberto Boccioni; Carlo Dalmazzo Carrà; Luigi Russolo; Gino Severini; Giacomo Balla, 1910
- Musica: “La musica futurista”, Francesco Balilla Pratella, 1910
- Drammaturgia: “Manifesto dei drammaturghi futuristi”, F.T. Marinetti, 1911
- Scultura: “Manifesto tecnico della scultura futurista”, Umberto Boccioni, 1912
- Letteratura: “Manifesto tecnico della letteratura futurista”, F.T. Marinetti, 1912
- Lussuria: “Manifesto futurista della lussuria”, Valentine de Saint-Point, 1913
- Scrittura: “L’immaginazione senza fili e le parole in libertà”, F.T. Marinetti, 1913
- Politica: “Programma politico futurista”, F.T. Marinetti; Umberto Boccioni; Carlo Carrà; Luigi Russolo, 1913
- Teatro: “Il teatro di varietà”, F.T. Marinetti, 1913
- Estetica: “Nascita di un’estetica futurista”, F.T. Marinetti, 1913
- Critica: “Pesi, misure e prezzi del genio artistico”, Bruno Corradini; Emilio Settimelli, 1914
- Architettura: “L’architettura futurista”, Antonio Sant’Elia, 1914
- Abbigliamento: “Il vestito antineutrale”, Giacomo Balla, 1914
- Finanza: “L’unica soluzione del problema finanziario”, F.T. Marinetti, 1915
- Scienza: “La scienza futurista”, Bruno Corra; Arnaldo Ginna; Remo Chiti; Emilio Settimelli; Mario Carli; Vieri Nannetti; Oscar Mara, 1916
- Cinematografia: “La cinematografia futurista”, F.T. Marinetti; Bruno Corra; Emilio Settimelli; Arnaldo Ginna; Giacomo Balla; Remo Chiti, 1916
- Mobilio: “Primo mobilio italiano futurista”, Arnaldo Ginna, 1916
- Danza: “La danza futurista”, F.T. Marinetti, 1917
- Alfabeto: “Alfabeto a sorpresa”, F.T. Marinetti, 1919
- Lavoro: “L’azionariato Sociale”, F.T. Marinetti, 1919
- Svaticanamento: “Contro il papato e la mentalità cattolica, serbatoi di ogni passatismo”, F.T. Marinetti, 1919
- Lusso: “Contro il lusso femminile”, F.T. Marinetti, 1920
- Anticomunismo: “Al di là del Comunismo”, F.T. Marinetti, 1920
- Tattilismo: “Il tattilismo”, F.T. Marinetti, 1921
- Arte: “L’arte meccanica”, Enrico Prampolini; Ivo Pannaggi; Vinicio Paladini, 1923
- Fotografia: “La fotografia futurista”, F.T. Marinetti; Tato, 1930
- Cucina: “Il manifesto della cucina futurista”, F.T. Marinetti; Fillia, 1930
- Pubblicità: “Il futurismo e l’arte pubblicitaria”, Fortunato Depero, 1931
- Italianità: “Contro l’esterofilia”, F.T. Marinetti; Fillia, 1932
- Aeropoesia: “L’aeropoesia”, F.T. Marinetti, 1932
- Economia: “Manifesto futurista contro la crisi economica”, Carlo Camuzzi, 1932
- Guerra: “La guerra futura”, F.T. Marinetti, 1933
- Urbanistica: “Ritorno alla natura”, Alberto Sartoris, 1933
- Radio: “La Radia”, F.T. Marinetti, Pino Masnata, 1933
- Barba: “Futurmanifesto contro le barbe visibili e invisibili”, Fernando Cervelli, 1933
- Religione: “La nuova religione”, Ignazio Scurto, 1933
- Cartellonistica: “L’arte del cartello”, Fortunato Depero, 1937
- Narrativa: “Il romanzo sintetico”, F.T. Marinetti; Luigi Scrivo; Piero Bellanova, 1939
- Tipografia: “L’arte tipografica di guerra e dopoguerra”, F.T. Marinetti, 1940
- Giocattoli: “Il poema dei giocattoli guerreschi”, F.T. Marinetti, 1940
- Incisione: “L’aerosilografia”, Renato Di Bosso, 1941
Sono un appassionato di opere di F.T. Marinetti e di Futurismo in generale. Nella vita scrivo articoli per blog, curo testi per siti aziendali e correggo bozze. Ho curato un aeropoema inedito di Marinetti.
Commenti, fischi, applausi, zuffe
L'Orsa elettrica
Ai confini estremi della logica, rischiarati dal bagliore di lampade orientali. Ah, quanto avrei voluto esserci quella notte!
Non fare cattivi pensieri, avrei offerto i miei servigi di correttore di bozze revisionando quella “molta carta annerita da frenetiche scritture” 😛
Daniele Imperi
A me quel “molta carta annerita da frenetiche scritture” piace, invece 😀
Sarebbe stato bello se Marinetti avesse scritto nel dettaglio l’intero episodio.