Vai ai contenuti Skip to sidebar Skip to footer

È possibile un confronto tra Filippo Tommaso Marinetti e Edgar Allan Poe?

Sembrerebbe insolito, visto che Poe è un autore classico della letteratura americana e Marinetti non viene ancora inserito fra i classici moderni italiani.

Poe nacque a Boston, Massachusetts, il 19 gennaio 1809; Marinetti nacque invece ad Alessandria d’Egitto il 22 dicembre 1876. Dobbiamo aggiungere che si trattò di due nascite quasi casuali in quelle città.

Poe era figlio di attori teatrali girovaghi e nacque a Boston perché in quel periodo i genitori recitavano in quella città. Marinetti era figlio di un avvocato, che dovette trasferirsi all’estero perché conviveva con una donna sposata.

Uomini dell’800

Marinetti e Poe sono stati entrambi uomini dell’Ottocento, anche se il primo è nato nella seconda metà del secolo e il secondo nella prima. Anzi, Poe ha consumato la sua intera esistenza nella prima metà dell’800, mentre Marinetti ha visto la nascita del nuovo secolo.

Tuttavia, nessuno dei due autori può definirsi un artista ottocentesco: Marinetti perché iniziò a pubblicare libri a partire dal 1902, quindi nel Novecento, ma soprattutto per la sua mente sempre proiettata nel futuro e le sue battaglie contro il passatismo; Poe perché con i suoi racconti e le sue poesie era avanti rispetto ai suoi colleghi poeti e scrittori.

Entrambi, con tutte le differenze del caso, erano avanguardisti.

Artisti all’avanguardia

Marinetti fu un avanguardista nel vero senso della parola. Il suo movimento, il Futurismo, fu una delle avanguardie del primo Novecento. Si impose in Italia come movimento culturale, ma anche sociale, politico.

Marinetti voleva svecchiare l’Italia – il Futurismo, il suo stesso nome anche, fu una guerra contro il passatismo – voleva creare opere letterarie e artistiche nuove, far sorgere autori nuovi, nomi nuovi nel panorama letterario e artistico italiano.

Poe non fu un vero e proprio avanguardista, ma le sue opere – i racconti soprattutto – stimolarono e stimolano tuttora alla sperimentazione, utilizzando diversi mezzi di comunicazione.

Poe non si limitò a scrivere racconti e poesie: assemblò la materia esistente riplasmandola in nuove forme, dandole nuova vita.

Entrambi, il poeta combattente e il poeta di Boston, influenzarono autori e generi letterari.

Scrittori influenti

Quanta influenza ha avuto il movimento futurista nell’arte e nella cultura del XX secolo? Dadaismo e cubismo ne subirono l’influenza, per esempio. Solo nell’ambito dello stesso Futurismo, la sua influenza ha investito categorie prima impensabili, come la tipografia (le tavole parolibere), l’editoria (le litto-latte), la musica (gli intonarumori di Luigi Russolo), la pubblicità (i volantini lanciati dall’aereo da Fedele Azari).

Ma possiamo anche aggiungere le involontarie previsioni come le protesi tecnologiche (nel manifesto “L’uomo moltiplicato e il regno della macchina”) e la scrittura sintetica e fatta di simboli (nel manifesto “Lo splendore geometrico e meccanico e la sensibilità numerica”).

L’influenza che Poe ha avuto sulla letteratura americana è indiscussa. Pensiamo prima di tutto al poliziesco moderno: con la sua trilogia di racconti imperniata sul personaggio di Auguste Dupin, Poe ha dato vita al poliziesco investigativo, che influenzò il personaggio di Sherlock Holmes di Conan Doyle.

Tanti sono gli autori americani che hanno subito l’influenza delle storie di Poe, da Algernon Blackwood a H.P. Lovecraft, da Arthur Conan Doyle a Stephen King.

Marinetti e Poe furono veri artisti della scrittura, che non limitarono il proprio campo di azione alla narrativa e alla poesia.

Autori versatili

Marinetti fu un autore che iniziò la sua carriera letteraria con la poesia e con la poesia la terminò. Nel “frattempo letterario” Marinetti scrisse, oltre alle poesie, anche poemi, drammi, saggi, romanzi, tragedie, articoli, manifesti, elzeviri, almanacchi, novelle, programmi di vita, saggi biografici, racconti, testi paroliberi.

Anche Poe iniziò la sua carriera letteraria con la poesia e una poesia fu la sua ultima pubblicazione. Nel “frattempo letterario” Poe scrisse, oltre alle poesie, anche racconti, un romanzo, saggi, articoli, recensioni, un dramma, biografie, saggi biografici e le annotazioni che chiamò marginalia.

Entrambi pubblicarono libri – Marinetti circa 80, Poe appena 9 in vita – ma la loro attività letteraria si svolse principalmente nelle riviste.

Articolisti e scrittori in riviste letterarie

Le riviste letterarie sono state sempre presenti nella vita di Marinetti, già dal 1894, quando fondò, ad Alessandria d’Egitto, la rivista «Le Papyrus». Undici anno dopo (numero forse non proprio casuale per Marinetti) fondò la sua rivista più famosa, e anche unica per originalità, «Poesia», che pubblicava anche contributi di poeti da altri paesi, quindi una vera rivista letteraria internazionale.

Marinetti collaborò con vari periodici letterari: «Lacerba», fondata da Giovanni Papini e Ardengo Soffici nel 1915; «L’Italia futurista», fondata da Emilio Settimelli e Bruno Corra nel 1916. Assieme a Mario Carli ed Emilio Settimelli il poeta combattente fondò nel 1918 «Roma futurista», giornale del partito politico futurista.

Quindi collaborò con la rivista «Dinamo», di cui divenne direttore nel 1919. Fu anche direttore de «Il futurismo», rivista sintetica illustrata mensile.

Il numero delle riviste letterarie in cui Poe pubblicò poesie, racconti, puntate del romanzo Gordon Pym, articoli, saggi e recensioni è enorme: oltre 30 periodici.

A differenza di Marinetti non riuscì mai a fondare una sua rivista, progetto che doveva fornirgli un’indipendenza economica, ma anche maggiore libertà di lavoro: voleva diventare editore di se stesso. L’idea del «Penn Magazine» è del 1835, ma l’annuncio del nuovo periodico apparve solo nel 1840. La rivista avrebbe dovuto uscire il 1° gennaio 1841, ma non fu mai pubblicata.

Nel 1843 Poe decise di rinnovare il suo progetto e ribattezzò la rivista «The Stylus», disegnandone perfino la copertina. Trovò un socio disposto a fornire il capitale necessario e stabilì l’uscita per il 1° luglio 1843. Ne diede l’annuncio a febbraio con un volantino. Ma 10 giorni prima scrisse a Lowell che il progetto era rimandato.

Lo riprenderà 2 anni e mezzo più tardi, nel 1845, ma meno di due mesi prima di morire la rivista è ancora lontana dall’esser pubblicata. «The Stylus» non vedrà mai la luce.

Marinetti e Poe furono amanti della parola scritta, ma non solo, perché entrambi, anche se Marinetti in forma maggiore, salirono sul “palco” per intrattenere il pubblico con le loro opere.

Conferenzieri

Marinetti tenne molte conferenze durante la sua vita, per promuovere il movimento futurista sia in Italia sia oltre i confini italiani. All’estero tenne conferenze in Grecia e in Turchia, in Argentina e in Brasile, a Parigi, Londra, Madrid e Barcellona.

Anche Poe tenne alcune conferenze, principalmente sulla tecnica della poesia e sulla poesia americana, ma mai oltre i confini degli Stati Uniti. La sua più famosa conferenza fu comunque quella tenuta il 3 febbraio 1848 alla Society Library Room di New York, intitolata “The Universe” (sulla cosmogonia dell’universo) e poi pubblicata – l’unica conferenza che pubblicò – con il titolo Eureka.

Autori così versatili si guadagnarono indubbiamente la stima di molti colleghi e lettori, ma furono molti anche quelli che li avversarono.

Collezionisti di detrattori

Marinetti si impose nel mondo letterario e artistico in genere, ma anche politico, come poeta combattente: non fu soltanto il primo seguace della filosofia “guerra sola igiene del mondo”, ma un artista che combatté, nel vero senso della parola, per divulgare e difendere le proprie idee.

Le serate futuriste, spettacoli d’avanguardia oggi irripetibili, terminavano in risse e scazzottate (pugilati, come li chiamavano all’epoca). Nelle sue lettere agli amici futuristi più volte Marinetti scrisse che il fatto di avere nemici e detrattori significava che stavano lavorando bene.

Poe si impose nel mondo letterario come spietato critico. Redattore e articolista di alcune riviste, scrisse recensioni e note critiche stroncando molte opere. Venne infatti soprannominato “l’uomo con il tomahawk”. Soprattutto, stabilì in base a quali criteri bisognasse giudicare un’opera letteraria.

Grazie ai suoi articoli, le riviste in cui lavorò come redattore aumentarono le vendite. Ma, parallelamente, Poe guadagnò molti nemici. Uno fra questi, forse il peggiore, fu Rufus Wilmot Griswold, che scrisse uno sgradevole necrologio alla morte di Poe, rovinandone per anni la reputazione e rappresentandolo come un pazzo.

Artiglieri entrambi

Marinetti amò sempre la guerra, che conobbe in prima persona, anche se come inviato per il giornale «L’Intransigeant», nel 1911, durante la guerra italo-turca.

Allo scoppio della deflagrazione Marinetti si arruolò nel battaglione lombardo Volontari Ciclisti Automobilisti (VCA) e il 27 ottobre 1916 fu promosso sottotenente di artiglieria di prima nomina. Durante la Prima guerra mondiale fu inviato ben 5 volte al fronte.

Partecipò poi alla Guerra d’Etiopia e alla campagna di Russia.

Ben diversa, invece, l’esperienza militare di Poe, che il 26 maggio 1826 si arruolò nell’esercito degli Stati Uniti e fu assegnato alla Compagnia H del 1° Reggimento di Artiglieria a Fort Independence, Massachusetts. Divenne quindi artificiere, ossia artigliere esperto nella preparazione delle munizioni.

Fu poi promosso sergente maggiore. La vita militare di Poe fu abbastanza travagliata. Nel 1829 chiese e ottenne il congedo per poter entrare all’Accademia Militare di West Point. Poe aveva un animo e un carattere troppo ribelli per poter resistere in ambiente militare.

Infatti, il cadetto Poe venne infine deferito alla corte marziale e congedato.

Se per Marinetti la guerra era una sorta di filosofia e partì sempre volontario nelle varie campagne belliche, per Poe la vita militare rappresentò una via per sfuggire alla povertà che lo perseguitò in tutto l’arco della sua breve esistenza.

Il ricco e il povero

Marinetti era ricco, o quantomeno benestante. Ereditò un ingente patrimonio alla morte del padre, che usò per divulgare il suo movimento e per dare spazio ai futuristi. Fu editore e investì molto per promuovere e diffondere il Futurismo.

Spesso stampava a spese sue i libri, anche degli amici futuristi. In alcune lettere si offriva di pagare il viaggio a un amico, se aveva difficoltà economiche, pur di farlo partecipare agli eventi futuristi.

Poe fu sempre povero in vita, eccetto per un breve periodo, fra il luglio 1835 e il gennaio 1837, quando guadagnò come redattore 936 dollari l’anno, più 387 dollari per vari contributi come recensioni e articoli, racconti e poesie nuovi e ristampati.

Ci sono stati periodi in cui era difficile, per la sua famiglia (la zia Maria Clemm e la moglie-cugina Virginia), mettere in tavola un pasto. Poe nacque povero e morì povero.

Marinetti e Poe

Due autori ben diversi, ma vere icone, il primo nell’ambito del Futurismo, il secondo nella narrativa classica americana.

Le opere di Marinetti furono più apprezzate in vita: dopo la sua morte, a causa della sua vicinanza al fascismo e all’amicizia con Mussolini, subì una damnatio memoriae che durò ben 24 anni. Oggi è stato riscoperto e le sue opere, edite e inedite, trovano nuova vita.

Al contrario, le opere di Poe sono state più apprezzate dopo la sua morte, e prima di tutto in Europa e non in America. Ma oggi Poe ha conquistato, sebbene con notevole ritardo, il posto che gli spetta nella letteratura americana.

Commenti, fischi, applausi, zuffe

  • L'Orsa elettrica
    Pubblicato: 11 Gennaio 2024 14:08

    Mi piace questo articolo che mette in luce molti parallelismi tra i due. Sembrano quasi specchiarsi.
    Ottocentisti, avanguardisti e anche “undicisti”! Hai provato a sommare i numeri della data di nascita di Poe? Rullo di tamburi…

    • Daniele Imperi
      Pubblicato: 11 Gennaio 2024 14:29

      Poe è nato il 19-1-1809, numeri la cui somma dà 11!
      Undicisti davvero.

Fischia l’articolo o lascia un’opinione