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È trascorso oltre un secolo da quell’undici ottobre del 1913, quando i futuristi fecero sentire la loro voce anche nella politica con un Programma politico futurista.

Oggi ricorre infatti il 110° anniversario del programma, un numero che Marinetti, lassù fra le stelle che ha conquistato, avrebbe approvato per la sua valenza numerologico-superstiziosa.

I firmatari del manifesto, oltre al capo del Futurismo, furono Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo, il Gruppo dirigente del Movimento Futurista.

Il Programma politico futurista fu stampato su un volantino che misurava 49×23 cm. Il 15 ottobre, quattro giorni dopo, apparve anche in prima e seconda pagina sulla rivista «Lacerba», nel numero 20, seguito da alcune riserve di Giovanni Papini, fondatore del quindicinale insieme ad Ardengo Soffici.

Per i futuristi non è la prima apparizione nel campo politico. Infatti, già nel 1909, in occasione delle elezioni generali (svoltesi il 7 e il 14 marzo), i futuristi avevano lanciato il loro primo manifesto politico futurista:

Elettori futuristi!
Noi futuristi, avendo per unico programma politico l’orgoglio, l’energia e l’espansione nazionale, denunciamo al paese l’incancellabile vergogna di una possibile vittoria clericale.
Noi futuristi invochiamo da tutti i giovani ingegni d’Italia una lotta ad oltranza contro i candidati che patteggiano coi vecchi e coi preti.
Noi futuristi vogliamo una rappresentanza nazionale che, sgombra di mummie, libera da ogni viltà pacifista, sia pronta a sventare qualsiasi agguato, a rispondere a qualsiasi oltraggio.

Era un manifesto che proclamava il patriottismo, l’anticlericalismo e il contrasto al pacifismo, temi che ricorreranno, come vedremo, nel programma politico del 1913, e che resteranno sempre presenti nella dialettica futurista e soprattutto marinettiana.

La critica di Papini su «Lacerba»

Papini sintetizzava il programma politico dei futuristi in tre punti:

  1. Opposizione ai partiti del momento, che condivideva.
  2. Esaltazione dell’Italia, con cui concordava di nuovo, preferendo «l’Italia a tutti gli altri paesi» e soffrendo «d’una vanità nazionale sviluppatissima» che gli «fa desiderare e cercare, in ogni cosa, la superiorità» della patria sulle altre.
  3. Lotta contro il passatismo, che approvava, ma al contempo non considerandola del tutto di stampo politico, semmai battaglia intellettuale del Futurismo.

«Dov’è, dunque», si chiedeva Papini, «il programma politico, nuovo, originale? Dov’è la traccia di un’azione concreta e pratica nella vita italiana?».

Secondo Papini il programma politico futurista giovava alla propaganda del Futurismo, ma non significava per nulla fare politica.

I temi del Programma politico futurista

Il programma politico dei futuristi esordisce con una frase che oggi farebbe inorridire la maggioranza dei nostri politicanti: «Italia sovrana assoluta». È l’esaltazione dell’Italia, è lo stimolo a creare un’Italia forte, anche economicamente.

Tornano poi alcuni temi già trattati dai futuristi. Scriveva infatti Marinetti nel 1909 nel “Manifesto del Futurismo”: «Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità». Quattro anni più tardi il concetto della celerità ritorna nel «Culto del progresso e della velocità».

Anche il tema della guerra riaffiora – in realtà mai appassitosi nel pensiero marinettiano: «Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo» cantava il poeta combattente all’alba del Futurismo, e nel programma politico del 1913 auspica «una più grande flotta e un più grande esercito; un popolo orgoglioso di essere italiano, per la Guerra, sola igiene del mondo».

Il contrasto al passatismo, a tutto ciò che è vecchiume, anticume, non manca. È stato il rifiuto del passatismo a dare vita al movimento futurista e se nel 1909 Marinetti voleva «distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie», nel 1913 si batteva ancora «contro l’ossessione della cultura, l’insegnamento classico, il museo, la biblioteca e i ruderi» e suggeriva l’«oppressione delle accademie e dei conservatori».

Riscontriamo in questo nuovo manifesto alcuni concetti – espressi anche con le medesime parole – già apparsi nel “Secondo manifesto politico futurista” lanciato da Marinetti l’undici ottobre 1911, testo che apparve anche con il titolo “Tripoli italiana” (1919):

Noi Futuristi, che da più di due anni glorifichiamo, tra i fischi dei Podagrosi e dei Paralitici, l’amore del pericolo e della violenza, il patriottismo e la guerra, sola igiene del mondo, siamo felici di vivere finalmente questa grande ora futurista d’Italia, mentre agonizza l’immonda genìa dei pacifisti, rintanati ormai nelle profonde cantine del loro risibile palazzo dell’Aja.

Abbiamo recentemente cazzottato con piacere, nelle vie e nelle piazze, i più febbricitanti avversari della guerra, gridando loro in faccia questi nostri saldi principi:

  1. Siano concesse all’individuo e al popolo tutte le libertà, tranne quella di essere vigliacco.
  2. Sia proclamato che la parola Italia deve dominare sulla parola Libertà.
  3. Sia cancellato il fastidioso ricordo della grandezza romana, con una grandezza italiana cento volte maggiore.

L’Italia ha oggi per noi la forma e la potenza di una bella dreadnought con la sua squadriglia d’isole torpediniere. Orgogliosi di sentire uguale al nostro il fervore bellicoso che anima tutto il Paese, incitiamo il Governo italiano, divenuto finalmente futurista ad ingigantire tutte le ambizioni nazionali, disprezzando le stupide accuse di pirateria e proclamando la nascita del Panitalianismo. Poeti, pittori, scultori e musici futuristi d’Italia! Finché duri la guerra, lasciamo da parte i versi, i pennelli, gli scalpelli e le orchestre! Son cominciate le rosse vacanze del genio! Nulla possiamo ammirare, oggi, se non le formidabili sinfonie degli shrapnels e le folli culture che la nostra ispirata artiglieria foggia nelle masse nemiche.

Programma politico futurista

Elettori futuristi! col vostro voto cercate di realizzare il seguente programma:

Italia sovrana assoluta. – La parola Italia deve dominare sulla parola Libertà. Tutte le libertà, tranne quella di essere vigliacchi, pacifisti, anti-italiani. Una più grande flotta e un più grande esercito;un popolo orgoglioso di essere italiano, per la Guerra, sola igiene del mondo e per la grandezza di un’Italia intensamente agricola, industriale e commerciale.

Difesa economica e educazione patriottica del proletariato.

Politica estera cinica, astuta ed aggressiva. – Espansionismo coloniale. – Liberismo. Irredentismo. – Panitalianismo. – Primato dell’Italia.

Anticlericalismo e antisocialismo.

Culto del progresso e della velocità, dello sport, della forza fisica del coraggio temerario, dell’eroismo e del pericolo contro l’ossessione della cultura, l’insegnamento classico, il museo, la biblioteca e i ruderi. – Soppressione delle accademie e dei conservatori.

Molte scuole pratiche di commercio, industria e agricoltura. – Molti istituti di educazione fisica. – Ginnastica quotidiana nelle scuole. – Predominio della ginnastica sul libro.

Un minimo di professori, pochissimi avvocati, pochissimi dottori, moltissimi agricoltori, ingegneri, chimici, meccanici e produttori di affari.

Esautorazione dei morti, dei vecchi e degli opportunisti, in favore dei giovani audaci.

Contro la monumentomania e l’ingerenza del Governo in materia d’arte.

Modernizzazione violenta delle città passatiste (Roma, Venezia, Firenze, ecc.).

Abolizione del forestiero, umiliante e aleatoria.

Questo programma vincerà.

Il programma clerico-moderato-liberale

  • Monarchia e Vaticano.
  • Odio e disprezzo del popolo.
  • Patriottismo tradizionale e commemorativo.
  • Militarismo intermittente.
  • Clericalismo.
  • Protezionismo gretto o liberismo fiacco.
  • Culto degli avi e scetticismo.
  • Senilismo e moralismo.
  • Opportunismo e affarismo.
  • Forcaiolismo.
  • Culto dei musei. delle rovine, dei monumenti.
  • Industria del forestiero.
  • Ossessione della cultura.
  • Accademismo.
  • Ideale di un’Italia archeologica, bigotta e podagrosa.
  • Quietismo ventraiolo.
  • Vigliaccheria nera.
  • Passatismo.

Il programma democratico-repubblicano-socialista

  • Repubblica.
  • Popolo sovrano.
  • Internazionalismo pacifista.
  • Antimilitarismo.
  • Anticlericalismo.
  • Liberismo interessato.
  • Mediocrazia e scetticismo.
  • Senilismo e Moralismo.
  • Opportunismo e affarismo.
  • Demagogismo.
  • Culto dei musei. delle rovine, dei monumenti.
  • Industria del forestiero.
  • Sociologia da comizio.
  • Razionalismo positivista.
  • Ideale di una Italietta borghesuccia, tirchia e sentimentale.
  • Quietismo ventraiolo.
  • Vigliaccheria rossa.
  • Passatismo.

Il volantino del Programma politico futurista

Fonti

  • Programma politico futurista”, L’Arengario Studio Bibliografico
  • Programma politico futurista”, Accademia della Crusca e Fondazione Memofonte
  • “Postilla” di Giovanni Papini, «Lacerba», a. I, n. 20, 15 ottobre 1913
  • “Futuristi e anarchici: Dalla fondazione del futurismo all’ingresso italiano nella prima guerra mondiale (1909 – 1915)” di Laura Iotti, 20 ottobre 2010, Carte Italiane, 2(6)

Commenti, fischi, applausi, zuffe

  • L'Orsa elettrica
    Pubblicato: 11 Ottobre 2023 14:14

    È un momentaccio, questo, per parlare di formidabili sinfonie degli shrapnels…
    Invece 49 x 23 fa 1127, che sommati danno 11. Se è voluto allora Marinetti era davvero diabolico! 😀

  • Daniele Imperi
    Pubblicato: 11 Ottobre 2023 15:34

    Ma davvero… e se non è voluto, allora quel numero 11 è davvero magico 😀

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