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È la primavera del 1934. Sono trascorsi già 25 anni dalla nascita del Futurismo, unica avanguardia italiana. Un quarto di secolo non è poco, il tempo ha lasciato i suoi segni sul volto dei futuristi (e di tutti gli altri), ma lo sguardo di Marinetti promette altro.

Quest’anno Marinetti non dà alle stampe alcun libro – l’ultimo risale a un anno prima, Il fascino dell’Egitto, e si dovrà attendere un altro anno prima che esca il prossimo, L’aeropoema del Golfo della Spezia – ma pubblica una serie di manifesti:

  1. a gennaio “L’architettura futurista”;
  2. a febbraio il “Manifesto futurista dell’Architettura aerea” insieme ad Angiolo Mazzoni e Mino Somenzi;
  3. a marzo “Il Futurismo”;
  4. ad aprile “Morale fascista del cinematografo”;
  5. a maggio “L’aeromusica futurista”;
  6. ad agosto il “Manifesto futurista dell’aeromusica”;
  7. (?) “Arte africana” insieme a Luigi Colombo (Fillia) e Guglielmo Sansoni (Tato).

Ma cosa accadde in quella primavera del 1934?

Ne parla l’1 maggio il quindicinale «Futurismo Aerovita»1:

Oggi2 sulla pista del Lingotto a Torino scrittori e artisti italiani di avanguardia, celebrandosi quest’anno il 25° anniversario della creazione del Movimento Futurista, hanno offerto a F. T. Marinetti, poeta della civiltà meccanica, una Fiat Ardita. Mino Somenzi ha parlato a nome dei futuristi italiani.

Marinetti aveva così definito, nel “Manifesto dell’Architettura aerea”, la fabbrica del Lingotto di Torino, che aveva la pista di prova sul tetto:

Il Lingotto Fiat è stata la prima invenzione costruttiva futurista.

Un’Ardita per esaltare il “primo poeta della civiltà meccanica”

Così esordisce Fillìa3, in prima pagina, nell’articolo del quindicinale «La città nuova»4 il 20 aprile 1934, annunciando la cerimonia che si terrà il 2 maggio alle 15,30.

Amici e ammiratori consegnarono l’Ardita, di colore azzurro cobalto, sulla pista aerea dello stabilimento FIAT al Lingotto, una manifestazione che non poteva «essere più chiara e più significativa».

L’Ardita era il nome con cui venne chiamata la Fiat 527 a 6 cilindri, prodotta dal 1934 al 1936. Ma l’Ardita apparve già nel 1933: era la Fiat 518 a 4 cilindri, uscita in 4 versioni (C, L, S e Coloniale) e prodotta fino al 1938.

Il dono dell’automobile ha anche un valore simbolico: Marinetti ha cantato più volte, nei suoi manifesti, la bellezza della macchina, a partire dal 1910 con “L’uomo moltiplicato e il regno della macchina”. Nel 1926 pubblica “L’estetica della macchina”, in cui proclama:

La macchina sintesi dei maggiori sforzi cerebrali dell’umanità. La macchina, equivalente meccanico organico del globo terracqueo. La macchina nuovo corpo vivo, quasi umano che moltiplica il nostro. La macchina prodotto e conseguenza che produce a sua volta infinite conseguenze e modificazioni nella sensibilità nello spirito, nella vita.

Marinetti fu il primo – scrisse Fillìa nell’articolo – «a credere nella bellezza, nella potenza spirituale, nella profondità della rivoluzione meccanica». La macchina ispirò infatti la poesia di Marinetti e i manifesti dei futuristi.

Alla cerimonia furono presenti diverse personalità: Ettore Romagnoli5, Mino Somenzi, Paolo Buzzi, Umberto Notari, Fillìa, la scrittrice Amalia Guglielminetti e poi architetti torinesi, giornalisti e letterati.

Il senatore Giovanni Agnelli ricevette Marinetti e Benedetta Cappa nel salone al pianterreno, prima di raggiungere la pista aerea. Il poeta scrisse sull’album degli ospiti: F.T. Marinetti per la gloria della Grande Industria Italiana: la Fiat!

L’Ardita era pilotata da Felice Nazzaro, asso della velocità dell’epoca, che collaudò l’automobile insieme a Marinetti «in un velocissimo giro della pista aerea»6.

Le parole di Marinetti

«Sono agguerrito» – ha detto il poeta dopo aver salutato e ringraziato gli amici – «dal futurismo contro la tenerezza. Tuttavia sono contento di essere da voi simpaticamente guardato e fiancheggiato, perché nella vita di un letterato ci sono talvolta ombre di tristezza per le quali è sempre balsamo una parola, un segno di fraternità.

Io ritengo che la vita di un letterato non sia legata all’opera sia, ma a quella della sua razza. Ciò mi sembra di avere fatto secondo le mie forze, con tutte le mie forze.

Il vostro dono, amici, mi è particolarmente gradito perché sta a testimoniarmi la grandezza del genio creatore di questa mirabile industria moderna italiana. E sono fiero di esserlo, soprattutto di essere poeta in quest’epoca meccanizzata in cui l’Italia è alla testa del mondo con Benito Mussolini suo Capo. Unico titolo di gloria è per me l’essere il poeta delle alte quote italiane mussoliniane».

La visita di Marinetti al Lingotto 100 anni fa

Era il 24 marzo del 1924, dieci anni prima della cerimonia del dono dell’Ardita al fondatore del Futurismo, quando Marinetti visitò per la prima volta lo stabilimento Lingotto di Torino.

F.T. Marinetti in visita allo Stabilimento Fiat Lingotto
F.T. Marinetti in visita allo Stabilimento Fiat Lingotto, 24 marzo 1924
Per gentile concessione del Centro Storico Fiat

Quel giorno, assieme a Marinetti, c’era anche Fillìa, che ricorda nell’articolo della «Città nuova» quanto il poeta fosse entusiasta «per l’organizzazione meccanica della più grande industria italiana»7.

La pista sopraelevata dello stabilimento FIAT «era il primo esempio realizzato dei geniali principî di Sant’Elia8, la prima realtà dimostrante le possibilità, le qualità e la potenza del futuro rinnovamento edile italiano».

La pista di prova delle autovetture era un anello lungo un chilometro che correva sul tetto dell’edificio.

Le foto della cerimonia al Lingotto di Torino, 1934

Note

1 «Futurismo Aerovita» nasce dalla fusione della testata «Futurismo» con il supplemento «Aerovita» del periodico «Sant’Elia». «Aerovita» era il “bollettino bisettimanale di informazioni aeronautiche, tecnico, artistico”.

2 In realtà la cerimonia si svolse il 2 maggio.

3 Pseudonimo del pittore futurista Luigi Colombo (Revello, 1904 – Torino, 1936).

4 Quindicinale di architettura diretto da Fillìa. Marinetti faceva parte del consiglio artistico, assieme a Benedetta, Fortunato Depero, Gerardo Dottori, Tato, Enrico Prampolini e altri.

5 Grecista, diresse la collana “Collezione romana” che ospitò la traduzione di Marinetti della Germania di Tacito, pubblicata nel 1928.

6 «Il Popolo di Lunigiana», 5 maggio 1934. Anonymous. “Sulla pista aerea del Lingotto il poeta Marinetti, cantore della civiltà meccanica, riceve l’omaggio di un motore carrozzato.” Il Popolo di Lunigiana, 5 mag 1934. [5560-2]. (0 C.E.). https://collections.library.yale.edu/catalog/10657469.

7 Deposito digitale Biblioteche di ateneo, Politecnico di Torino.

8 Antonio Sant’Elia (Como, 1888 – Monfalcone, 1916), architetto, aveva pubblicato l’11 luglio 1914 il manifesto “L’architettura futurista”.

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